Benevento, dal Sannio arriva una legge per il suicidio assistito

Autore della proposta è stato Luigi Abbate, consigliere regionale e medico di base

Benevento, dal Sannio arriva una legge per il suicidio assistito
Arriva dal Sannio la proposta di legge, presentata in V Commissione, in Regione Campania per regolamentare le procedure e i tempi per l'assistenza sanitaria al suicidio...

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Arriva dal Sannio la proposta di legge, presentata in V Commissione, in Regione Campania per regolamentare le procedure e i tempi per l'assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, ai sensi e per effetto della sentenza numero 242/2019 della Corte costituzionale. Autore della proposta è stato Luigi Abbate, consigliere regionale e medico di base che, per motivi di lavoro, in più occasioni si è trovato nella condizione di dover dire no ai pazienti che, di fronte a un percorso di sofferenze senza speranza, avrebbero voluto porre fine alla propria esistenza.

Stiamo parlando della provincia di Benevento, da dove arrivano testimonianze dirette di richiesta di suicidio assistito, come quella di Angela M., sorella di una 37enne che, devastata da un tumore partito dalle ovaie che si era propagato a macchia d'olio fino a raggiungere gli organi vitali che non le ha dato scampo, aveva chiesto reiteratamente di porre fine alle sue inutili sofferenze. La tragedia si è consumata senza che i familiari, tuttora oppressi dal senso di colpa per non essere riusciti a esaudire questo suo ultimo desiderio, potessero far nulla se non attendere il tragico epilogo. Non si tratta di un caso isolato ma di richieste ricorrenti, soprattutto da parte di persone giovani che non hanno più speranza.

«Questa proposta di legge regionale spiega Abbate - si pone l'obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione di ruoli, di procedure e di tempi da parte del Servizio sanitario nazionale e regionale di verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinchè l'aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalla sentenza della Corte costituzionale Antoniani/Cappato. I giudici hanno infatti individuato una circoscritta area in cui l'incriminazione per aiuto al suicidio non è conforme alla Costituzione.

Si tratta dei casi nei quali l'aiuto è fornito a persone tenute in vita da trattamenti di sostegno alle attività vitali e affette da patologie irreversibili, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma pienamente in grado di prendere decisioni libere e consapevoli. In base alla normativa ipotizzata, il paziente in tali condizioni può già decidere di lasciarsi morire chiedendo l'interruzione dei trattamenti di sostegno vitale e la sedazione profonda continua, che lo pone in stato di incoscienza fino al momento della morte. Si tratta di una decisione che il medico è tenuto a rispettare e che la legislazione oggi in vigore non consente di mettere a disposizione del paziente in condizioni disperate». Si pensi ai malati terminali, ai pazienti con malattie invalidanti come la sclerosi laterale amiotrofica, costretti a vivere attaccati alle macchine.

«La conclusione è dunque che il divieto assoluto di aiuto al suicidio finisce per limitare ingiustificatamente e irragionevolmente la libertà di autodeterminazione del malato nella scelta delle terapie, comprese quelle finalizzate a liberarlo dalle sofferenze.

Nell'ambito delle competenze delle Regioni, dunque questa proposta di legge mira a definire i ruoli, i tempi e le procedure delineate dalla Corte costituzionale attraverso una sentenza immediatamente esecutiva, fermo restando l'esigenza di una legge nazionale che abbatta le discriminazioni tra malati. Le Regioni hanno la competenza di tutelare la salute dei cittadini e quindi, sulla base dei livelli minimi individuati sul piano nazionale, possono intervenire anche in una logica di cedevolezza invertita, a disciplinare procedure e tempi di applicazione dei diritti già individuati». Intanto, il sindaco Clemente Mastella, in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci, ha risposto a stretto giro di posta alle associazioni che, nella giornata di venerdì, gli avevano chiesto un incontro per discutere della demedicalizzazione delle ambulanze del 118, fissando l'appuntamento per martedì alle 11 a palazzo Mosti.

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Il Mattino