Rete scolastica, Fioretti: «Si provi a ridurre i danni»

La capogruppo del Pd al Comune interviene sul nodo dimensionamento

Floriana Fioretti, capogruppo del Pd a palazzo Mosti
Il dimensionamento della rete scolastica non è solo una questione tecnica. Ne è convinta Floriana Fioretti, capogruppo del Pd a Palazzo Mosti, che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il dimensionamento della rete scolastica non è solo una questione tecnica. Ne è convinta Floriana Fioretti, capogruppo del Pd a Palazzo Mosti, che afferma: «Facendosi scudo con la denatalità e il calo degli studenti, il governo assesta un colpo micidiale alla scuola pubblica in tutto il Mezzogiorno, determinando la chiusura di diversi istituti nelle aree interne e nelle zone montane. Diritti che vengono meno». Ecco perché «merita sostegno l'impegno profuso dalle istituzioni per diminuire le conseguenze del colpo. Soprattutto qui, nel Sannio».

Situazione analoga sul fronte della sanità: anche qui, per Fioretti, «le scelte del governo Meloni aggravano una situazione già emergenziale. Con il 6,3% sul totale del Pil, la spesa per la sanità pubblica in Italia resta tra le più basse d'Italia. Insomma: la lezione del Covid è stata già dimenticata. Si era detto: più forza alla medicina territoriale, valorizzazione del personale, riduzione dei tempi delle liste di attesa, investimenti nella telemedicina. E invece si procede in direzione opposta, a tutto vantaggio della sanità privata. E poi c'è il Pnrr, altra storia di ritardi e tagli»

Insomma, «è sempre il Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto, visto che il Pnrr serviva essenzialmente a questo: a ridurre il gap tra le varie aree del Paese. Ma l'elenco prosegue con il blocco dei fondi di sviluppo e coesione. Occorre reagire, mettendo in campo una visione alternativa del Paese e del Mezzogiorno finalizzata ad arginare l'emigrazione intellettuale e produttiva e restituire una prospettiva concreta a territori - come il Sannio - forti di potenzialità ancora inespresse. Sia che si parli di capitale umano e realtà imprenditoriale - conclude la consigliera - sia che si parli di patrimonio storico, ambientale ed enogastronimico».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino