Benevento: si appropriò dei fondi per i creditori, ex avvocato condannato a 5 anni

Condannato dopo il rito abbreviato

Il tribunale di Benevento
È stato condannato a 5 anni di reclusione con il rito abbreviato Alessandro Zolli, 48 anni, beneventano, già avvocato ma dimessosi dall'Ordine professionale, da...

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È stato condannato a 5 anni di reclusione con il rito abbreviato Alessandro Zolli, 48 anni, beneventano, già avvocato ma dimessosi dall'Ordine professionale, da settembre ai domiciliari con le accuse di peculato e falsità materiale, reati commessi nel ruolo di pubblico ufficiale ricoperto nell'ambito di procedure di esecuzione immobiliari. Il verdetto è stato emesso dal Gup Pietro Vinetti e nell'udienza di ieri il pubblico ministero ha chiesto una condanna per l'imputato a quattro anni. I difensori Vincenzo Sguera e Nicola Covino avevano insistito sul fatto che alla base dei reati contestati all'imputato c'era una patologia, che l'ha portato alla dipendenza dal gioco. Zolli era stato raggiunto da un provvedimento di arresti domiciliari del gip Loredana Camerlengo, che aveva emesso l'ordinanza su richiesta dal sostituto procuratore dell'epoca Francesco Sansobrino, e su indagini dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Benevento e della Sezione di polizia giudiziaria della Procura.

A dare il via agli accertamenti era stata una segnalazione del magistrato Michele Monteleone, che aveva a sua volta recepito un documento di un commercialista da lui nominato in sostituzione di Zolli. Sostituzione decisa perché Zolli non era comparso in alcune udienze fissate per relazionare sul procedimento che gli era stato affidato. Ma il commercialista incaricato di sostituirlo ravvisava non solo le assenze, ma anche delle irregolarità nell'espletamento dei compiti da svolgere in riferimento all'incarico. Irregolarità commesse rivestendo come professionista delegato dal Giudice dell'esecuzione la qualità di pubblico ufficiale. E proprio in virtù di tale qualifica, avendo la disponibilità di somme di denaro vincolate e giacenti sui conti correnti intestati alle medesime procedure, si era appropriato del denaro. Gli inquirenti ascoltavano persone informate sui fatti per ricostruire le varie fasi dell'attività del professionista e poi eseguivano accertamenti bancari, a seguito dei quali ricostruivano le operazioni del legale, confrontando gli estratti conti con i provvedimenti giudiziari effettivamente depositati e risultanti dagli atti delle procedure. Gli accertamenti hanno abbracciato il periodo dal 2017 al gennaio 2022. Il gip Camerlengo aveva emesso anche un decreto di sequestro preventivo di beni, fino alla concorrenza di oltre 356mila euro somma di cui, secondo l'accusa, si era appropriato. 

 

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Il Mattino