BENEVENTO - Si conoscono da anni, perché da anni nei giorni lavorativi trascorrono a bordo dello stesso treno un tempo assolutamente smisurato in proporzione ai chilometri...
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«Sono entrate in vigore - spiega Luigi Buonaguro, medico al “Pascale”, uno dei componenti del Comitato - le restrizioni stabilite dalla normativa di riferimento per le tratte e i treni sprovvisti di sistema di blocco automatico e sistema automatico di protezione della marcia dei treni». Restrizioni elencate da un decreto ministeriale dello scorso 5 agosto in attuazione del decreto legislativo 112/2015, e che si possono così sintetizzare: riduzione della velocità, riduzione delle corse (non potrebbe circolare più di un treno all’ora per ogni senso di marcia) e obbligo di fermata in corrispondenza dei passaggi a livello non protetti sul lato strada. «In pratica, oltre a farlo nelle varie stazioni, il treno tra Benevento e Cancello si ferma per altre sei volte in mezzo al nulla; quando si muove lo fa a velocità ridotta; e in alcuni casi è sostituito da pullman», dice il «pendolare disagiato». Tra l’altro sui pullman, quando non si sale al capolinea, si finisce per viaggiare anche in piedi, in barba a quella stessa sicurezza che ne ha previsto l’introduzione al posto dei treni per non sovraccaricare la linea.
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Il Mattino