Ucciso a fucilate e carbonizzato in auto, killer condannati a 30 anni in Appello

Ucciso a fucilate e carbonizzato in auto, killer condannati a 30 anni in Appello
La Corte di Appello di Napoli, presieduta da Eugenia Del Balzo, ha inflitto una condanna di trenta anni a Paolo Spitaletta, 52 anni, di Tocco Caudio e di diciotto a Pierluigi...

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La Corte di Appello di Napoli, presieduta da Eugenia Del Balzo, ha inflitto una condanna di trenta anni a Paolo Spitaletta, 52 anni, di Tocco Caudio e di diciotto a Pierluigi Rotondi, 32 anni, di Tocco Caudio, imputati per l'omicidio del 26enne Valentino Improta, di Montesarchio, che venene ucciso a colpi di fucile e trovato, poi, carbonizzato in un'auto sul Taburno nel maggio del 2018. Condanne confermate rispetto a quelle stabilite in primo grado dal tribunale di Benevento, al termine del rito abbreviato con il magistrato Francesca Telaro. Stabilito anche il risarcimento delle parti civili. Prima del verdetto, il difensore di Spitaletta, Antonio Leone, aveva sollevato anche la incompatibilità del presidente del collegio giudicante della Corte di Appello, avendo lo stesso già giudicato Spitaletta per un altro reato, l'omicidio preterintenzionale dell'83enne Giovanni Parente, avvenuto durante una rapina a Montesarchio nell'aprile del 2018. Un evento che ha rappresentato il prologo del successivo omicidio di Improta. Secondo l'accusa, Spitaletta aveva ucciso Improta proprio per evitare che il giovane lo coinvolgesse nella rapina in casa di Giovani Parente. Per l'accusa Spitaletta aveva dato un appuntamento a Improta in località Cepino, dove lo aveva ucciso a colpi di fucile per poi dare fuoco all'auto e allontanarsi dal luogo del delitto con l'aiuto dell'altro imputato, Pierluigi Rotondi.

Per la Procura generale, Ilda Iadanza aveva chiesto la conferma della condanna per Spitaletta e Rotondi. Ieri sono intervenuti anche gli avvocati di parte civile, Federico Paolucci, Ettore Marcarelli, Angelo Santoro e Vincenzo Sguera che assistono i familiari di Improta. Hanno preso la preso la parola anche i difensori degli imputati, Antonio Leone e Cosimo Ciotta. Ora si attende l'esito del ricorso in Cassazione presentato dall'avvocato Leone sulla incompatibilità del collegio giudicante.
 

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Il Mattino