Benevento, Sos cinghiali e peste suina: al via il piano straordinario

Dieci aree coinvolte nel progetto di cattura, abbattimento e smaltimento delle carcasse

Emergenza cinghiali nel Sannio
C'è il piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali per l'eradicazione della peste suina africana. In quest'ottica, saranno...

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C'è il piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali per l'eradicazione della peste suina africana. In quest'ottica, saranno costituiti i Got (gruppi operativi territoriali) da rendere operativi nell'arco di un mese, delegati ad applicare il piano sull'intero territorio nazionale. L'obiettivo minimo del Ministero della Salute è quello di prelevare circa 612.000 cinghiali nel 2024, con un incremento di oltre il 96% rispetto agli abbattimenti effettuati tra il 2019 e il 2021. Dei 612.000 esemplari da abbattere, 38.000 riguardano la Campania. Ogni trappola da posizionare per la cattura dei cinghiali sarà contraddistinta da un apposito codice numerico e registrato presso l'Asl di competenza.

Dieci le aree coinvolte in provincia di Benevento, per una superficie di 12.082 ettari interessate dal piano di controllo. La massiccia presenza di ungulati, oltre a determinare effetti devastanti per le colture, può rappresentare un concreto rischio sanitario proprio perché sono possibili vettori della peste suina africana. La prima delle azioni strategiche da mettere in campo è rappresentata dalla ricerca attiva di carcasse di animali infetti e dal monitoraggio epidemiologico, insieme al depopolamento dei cinghiali, che attualmente sono circa 1,5 milioni, ricorrendo alla cattura e all'abbattimento per rafforzare la filiera delle carni, prevedendo quindi una destinazione commestibile e commerciale. Già a gennaio, in città, si era parlato di una filiera sicura della carne di cinghiale da creare in collaborazione con l'Asl attraverso le case della caccia, che però non hanno avuto seguito.

Contestualmente, dovranno essere applicate le misure di biosicurezza negli allevamenti intensivi di suini che insistono sul territorio, per evitare il diffondersi della peste suina africana, causa di un'elevata mortalità negli animali infetti. Il virus è innocuo per l'uomo ma decima gli allevamenti provocando notevoli perdite economiche agli allevatori. L'eradicazione della malattia, che si trasmette sia per contatto diretto che indiretto con gli animali infetti, può richiedere diversi anni perché non esistono vaccini o farmaci per prevenirla e curarla. Tra le misure da adottare per evitare i contatti tra i cinghiali e i suini domestici è previsto anche il posizionamento di barriere preventive nell'ottica del contenimento delle popolazioni infette a protezione di territori ad alta densità di allevamenti intensivi. Nel pacchetto indicato dal Ministero è prevista anche una corretta gestione dei rifiuti per impedire che i cinghiali possano trovare fonti di sostentamento nei centri urbani e vicini agli allevamenti dei suini. Tutte le azioni che saranno messe in campo in sinergia tra gli enti interessati e l'Asl, deputata a garantire la preservazione della sanità animale, saranno mirati a mettere a punto metodi alternativi per il contenimento della specie per ottenere il depopolamento, senza ricorrere a metodi cruenti.
 

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Il Mattino