Ieri mattina, dopo un mese esatto di degenza al «Rummo», vissuto nei reparti di Rianimazione e Chirurgia generale, Antonella Tuosto, la 36enne colpita al torace dalla...
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Antonella è uscita ieri mattina dall’ospedale, camminando a fatica, accompagnata dal fidanzato Franco Meccariello, che non l’ha lasciata mai sola in questo periodo. È apparsa pallida, magra lo sguardo smarrito, il passo incerto per percorrere i pochi metri che la separavano dall’auto. Ha spiegato che, in questi 32 giorni di degenza, ha perso 10 chili e che è ancora molto debole tanto che, forse a causa dell’impatto improvviso con l’aria esterna, dello stress subito per raggiungere Villa Margherita o del prelievo di sangue, ha accusato un lieve malore, che l’ha costretta a rimanere a letto per riposarsi. «Ormai vivo nella paura – continua la Tuosto – anche di contrarre una banale influenza che, nelle mie condizioni, potrebbe comportare complicanze a livello respiratorio. Non posso fare il vaccino perché ho sofferto di episodi allergici e quindi ho il timore di essere contagiata, soprattutto adesso che dovrò cominciare a frequentare spazi comuni con gli altri ospiti del centro». La paura è diventata una compagna di viaggio per Antonella, che cerca continue rassicurazioni nello sguardo del fidanzato e della sorella Pamela, a cui è legatissima, una paura che sarà difficile lasciarsi alle spalle, anche quando ritornerà a casa e riprenderà la sua vita normale. «Sono sempre stata una ragazza autonoma e in seguito una donna forte e molto sicura di sé – conclude la 36enne – ma da quando si è verificato questo episodio, così improvviso e devastante, ho avuto la sensazione di non essere niente, mi sono sentita impotente perché in un momento, a causa di un evento repentino e imprevedibile, come quello che è accaduto a me, oppure come un incidente o un cataclisma naturale, la vita si spezza e non si ha la possibilità di controllare gli eventi. Convivere con questa sensazione di impotenza non sarà facile. Inoltre, in considerazione dei danni fisici subiti faremo in modo che siano disposti ulteriori accertamenti per stabilire la natura del botto. D’altra parte, dal primo momento, abbiamo chiesto solo giustizia e verità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino