Il Benevento vola, ma è «giallo» sulle cause dello stop a Tuia

Il Benevento vola, ma è «giallo» sulle cause dello stop a Tuia
È stato un sabato sera sfavillante per il Benevento, che ha confermato di non soffrire di vertigini. Dopo la vittoria con il Crotone, che ha ulteriormente lanciato i...

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È stato un sabato sera sfavillante per il Benevento, che ha confermato di non soffrire di vertigini. Dopo la vittoria con il Crotone, che ha ulteriormente lanciato i giallorossi in vetta alla graduatoria di B con un distacco ragguardevole (più sei sul Pordenone, secondo), i giallorossi si sono lasciati andare a una serata di festeggiamenti. Da oggi, però, il tecnico richiamerà tutti all'ordine e alla concentrazione in vista del prossimo impegno a Venezia, sabato al «Penzo», con calcio d'inizio alle 15. Il tecnico, nonostante fosse febbricitante nell'ultimo match con il Crotone, oggi dovrebbe dirigere gli allenamenti senza problemi. Per l'occasione, tornerà nella città che lo ha rilanciato sulla panchina, dopo gli inizi milanisti, e dove ha raccolto belle soddisfazioni. Legame che il tecnico ha ricordato proprio nei giorni scorsi quando, su Instagram, ha mostrato la sua vicinanza alla città lagunare, alle prese con i recenti fenomeni di «acqua alta» che hanno attanagliato Venezia.


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La forza dei giallorossi deriva anche dai casi di quegli atleti che, subentrati nell'undici di partenza per necessità, si sono fatti trovare più che pronti. É accaduto a Kragl, che da comprimario è diventato il capocannoniere della squadra e, sabato, a Gyamfi, che dopo tre mesi di naftalina si è trasformato in «Franco Baresi», come lo ha ribattezzato Inzaghi. In passato è accaduto anche a Tuia che, da vero e proprio oggetto misterioso, si è preso il proscenio con prestazioni super e gol. Sabato, però, proprio sull'ex Salernitana c'è stato un piccolo giallo. Tuia già nelle scorse settimane era stato segnalato con qualche affanno fisico, tanto che per preservarlo lo staff tecnico e sanitario lo avevano fatto allenare sempre in disparte, proprio per garantirsi la disponibilità vista la contemporanea assenza di Volta e Caldirola, che restringeva a due soli centrali difensivi gli interpreti naturali disponibili per il Crotone. Poi, però, sabato mattina, pur dopo averlo convocato, Inzaghi ha dovuto fare i conti con la definitiva indisponibilità di Tuia, optando per spedire in campo Gyamfi come centrale difensivo e non come esterno. Il problema, adesso, è capire di cosa soffra Tuia che, evidentemente, è un calciatore fragile. Il guaio del momento è che il calciatore scuola Lazio non accusa qualcuno dei soliti affanni del passato, già noti dallo staff sanitario giallorosso, ma ha fastidi non ancora precisamente diagnosticati. Per questo il club, di concerto con l'atleta, avrebbe deciso di mandare Tuia a sottoporsi a una visita specialistica a Bologna, dove si spera possa essere evidenziata con precisione la problematica del momento e, dunque, la migliore terapia per riconsegnare il calciatore a Inzaghi. Il tecnico non può essere certamente felice per questa nuova tegola, ma si consola con la splendida prestazione di Antei, il ritorno dalla squalifica del leader della retroguardia sannita, Caldirola, e con la speranza che anche il lungodegente Volta possa in settimana riprendere ad allenarsi. Sebbene anche per l'ex perugino la fase riabilitativa non stia filando liscia come previsto ormai due mesi fa.


Il Benevento, intanto, consapevole «che nulla è stato ancora conquistato», come ha ribadito nel post gara Inzaghi, si gode il primato e la lunghissima sequenza di numeri positivi che sta inanellando in questa prima fase del torneo. Un semplice raffronto con il torneo scorso proietterebbe il Benevento a più tre punti rispetto alla leader dell'anno scorso, il Palermo a 25 punti. Lecce e Brescia, poi promosse direttamente in A, in questa fase avevano rispettivamente 22 e 18 punti. I lombardi addirittura dieci lunghezze in meno del Benevento di Inzaghi. Insomma, numeri da capogiro per la squadra sannita, che si gode anche una unità d'intenti del gruppo e una coesione dell'ambiente manifestata in ogni singola partita, durante le quali appare evidente che i calciatori fuori dalla contesa sono i primi sostenitori di chi è in campo a lottare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino