Pacco alla camorra con le eccellenze del Sannio

pacco camorra
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BENEVENTO - Dieci anni fa, il Comitato don Peppe Diana, in collaborazione con Libera, ha dato vita all’iniziativa «Facciamo un pacco alla camorra». Oggi, il progetto è un vanto dell’attività sociale che utilizza beni confiscati alla criminalità. Torna anche nel Sannio il «pacco» con prodotti del territorio, grazie alla sinergia tra Libera, Azione Cattolica e gruppo scout Agesci Bn 2. All’«Addolorata» c’è stata la presentazione della settima edizione, apertasi con i saluti di Francesca Mandato dell’Ac e di Michele Martino, referente di Libera. «Al rione Libertà ci siamo riappropriati della festa parrocchiale, da tempo in mano a famiglie poco raccomandabili», ha detto Mandato. Martino ha elogiato la presenza della società civile e delle autorità: «Vuol dire che lo Stato c’è, questa iniziativa deve spronare a un percorso di cambiamento, presa di coscienza e denuncia dell’illegalità per dare anche una speranza ai giovani. Ciò che ci sta a cuore è il prezzo che si è dovuto pagare per arrivare a questo pacco che è una storia di follia fatta di realtà e luoghi diversi. Accendiamo i riflettori sul riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità anche nelle nostre terre, come l’ex cementificio Ciotta». Nel ricordo di Aldo Iermano, don Peppe Diana, Pio La Torre e Marcello Torre, le testimonianze successive di resistenza alla camorra. Presenti il procuratore Policastro, il questore Bellassai e il comandante dei carabinieri Puel. Un progetto in rete attuato dal Consorzio Nco, Nuova cooperazione rganizzata.

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Il Mattino