Gelate d'aprile nel Sannio, c'è un conto milionario

Gelate d'aprile nel Sannio, c'è un conto milionario
Se non è compromessa la stagione del raccolto nel Sannio, poco ci manca. Stando alle prime segnalazioni che arrivano dagli agricoltori circa il danno alle colture prodotto...

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Se non è compromessa la stagione del raccolto nel Sannio, poco ci manca. Stando alle prime segnalazioni che arrivano dagli agricoltori circa il danno alle colture prodotto dalle gelate delle scorse ore, si profila una vera e propria ecatombe. «Non siamo, francamente, in grado di fornire numeri precisi sull'entità del colpo inferto, è troppo presto spiega Gerardo Dell'Orto, direttore generale della Coldiretti sannita ma non siamo lontani dal vero se diciamo che si profila una botta da centinaia di migliaia di euro ed anche più». Poche aree del territorio sono state, sia pure in parte, risparmiate dal gelo, che, termometro alla mano, è arrivato a toccare i meno 7 gradi. La conta dei danni riguarda, in primo luogo, la frutticoltura e l'orticoltura della Valle Telesina e di quella Caudina. «Una stima, prudentissima, - avverte già lascia prevedere una riduzione della produzione, sui terreni interessati dal gelo, in media non inferiore al 50%». Ad essere compromessa, in particolare, la coltivazione del kiwi: per alcune aziende si prospetta una contrazione del 70% della coltivazione. «Da lunedì chiarisce Dell'Orto avvieremo una indagine sistematica per avere un quadro chiaro della situazione, mettendoci in stretto contatto con la Regione per studiare i possibili interventi da attuare a sostengo degli agricoltori».


È invece già possibile tirare le somme in modo attendibile circa le conseguenze del freddo polare sulle piante proteiche: fave bianche, favette e leguminose varie destinate, prevalentemente, alla composizione del foraggio per l'alimentazione animale. Nell'Alto Tammaro ed in parte del Fortore, in cui sono a coltura queste piante, la gelata ha distrutto, in sostanza, tutto. «È così; a giugno, al momento di raccogliere puntualizza Nicola de Leonardis, consigliere regionale di Confcooperative, responsabile del settore agroalimentare gli agricoltori riusciranno a mettere ben poco nel paniere. Non siamo molto lontani dal vero stimando che la botta, in termini economici, non sarà inferiore ai 4 milioni».


Tra le piantagioni colpite ci sono di certo i vigneti. «Mi giungono le prime notizie in merito conferma Antonio Casazza, presidente provinciale di Confagricoltura e non sono affatto buone. L'area intorno a Guardia Sanframondi sembra essere la più coinvolta. Va subito aggiunto che si teme anche per gli oliveti e la cerealicoltura in generale». Non meno preoccupante è la diagnosi formulata da Ciro Picariello, presidente della federazione regionale degli ordini degli agronomi. «In questo periodo sottolinea le piante, ortive e frutticole, hanno iniziato la delicata fase di risveglio, che le rende vulnerabili a tali ritorni di freddo. Nel Sannio, in particolare, si lamentano danni per la viticoltura». Ad essere investiti più duramente, secondo Picariello, sono i vitigni a bacca bianca «che si trovano nella fase di germogliamento». Si profila, dunque, un'annata difficile per la falanghina.


La Regione è già scesa in campo per questa ennesima emergenza. «Ci siamo attivati rende noto Nicola Caputo, assessore regionale all'Agricoltura allertando i nostri uffici provinciali. È necessario fornire ristoro immediato anche attingendo ai fondi di solidarietà nazionale ed ulteriori risorse in deroga per indennizzare gli agricoltori». È un fenomeno ormai endemico quello delle avversità per Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti per affrontare il quale «occorre intervenire con lo strumento dell'assicurazione perché metta le aziende al riparo dal crollo del fatturato; diversamente, non ne usciremo mai». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino