Cassa integrazione per i dipendenti l'impegno sul futuro della Sapa

Cassa integrazione per i dipendenti l'impegno sul futuro della Sapa
«Forza Sapa!». La solidarietà vince, nonostante il dramma del rogo, il disastro ambientale, i disagi e la paura. Le istituzioni, i sindacati, la chiesa, la...

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«Forza Sapa!». La solidarietà vince, nonostante il dramma del rogo, il disastro ambientale, i disagi e la paura. Le istituzioni, i sindacati, la chiesa, la gente stanno con i lavoratori, con chi ha visto svanire, tra le fiamme, le proprie speranze per il futuro. Anche il popolo social chiede chiarezza sulle cause dell'incendio, monitoraggio costante della qualità dell'aria ma soprattutto spera che nessuno perda il lavoro.


Di sicuro è scattata la cassa integrazione per i dipendenti della Sapa, per 5 settimane. Ieri vertice in azienda per definire un piano di lavoro e avviare la fase di approvvigionamento dei materiali. Il violento incendio, oltre ai gravi danni strutturali, ha distrutto i contenitori sussidiari, i semilavorati, gli imballaggi e le materie prime destinati allo stabilimento di Arpaia. Non solo deposito, dunque, ma un indotto di danni milionari. Ne è scaturita la decisione di bloccare la produzione fino a nuove disposizioni. L'azienda avrebbe stabilito che lavoratori, ad eccezione di quelli impegnati nella gestione dell'emergenza, saranno in cassa integrazione.

I numeri della Sapa, stando a fonti sindacali, parlano di centinaia di addetti: presso lo stabilimento di Airola, 34 operai e 32 impiegati, ad Arpaia 242 operai e 64 impiegati, a Forchia, 64 operai e 8 impiegati. Non restano in silenzio le istituzioni. Si stringono intorno alla Sapa «preziosa risorsa occupazionale». I sindaci di Airola, Arienzo, Arpaia, Bonea, Bucciano, Cervinara, Moiano, Montesarchio, Paolisi, Rotondi, San Martino Valle Caudina, Sant'Agata de' Goti, con una nota congiunta esprimono «vicinanza all'azienda, agli operai e alle loro famiglie, al territorio di Airola e a quello di tutte le comunità interessate dall'incidente. Le famiglie Affinita e De Lucia e la Sapa - scrivono - da sempre rappresentano motivo di lustro per il comprensorio intero». Assicurano vicinanza e disponibilità «per ogni iniziativa di sinergia e di collaborazione». Plaudono «all'immediata attivazione delle procedure di sostegno a quanti si trovano allo stato privati della posizione lavorativa esprimendo anche a loro, la massima e sincera solidarietà». Auspicano «che vengano posti in essere tutti gli approfondimenti tesi a garantire la massima sicurezza a favore delle comunità e dell'ecosistema, convinti di essere tutti membri di una squadra chiamata a lavorare all'unisono in questo momento di angoscia. Sicuri di ripartire come e più forti di prima».


E se è vero che quando si tocca il fondo, non si può che risalire, la Sapa ha già avviato la fase di riemersione dall'inferno delle fiamme . Sembra che l'azienda abbia già fittato un nuovo capannone lungo l'Appia per rendere possibile il ripristino dell'attività. Già sarebbero partiti dei camion con materiale da trasferire lì. Intanto, scatta la gara di solidarietà. La segreteria Cisl Irpinia Sannio e il comitato di reggenza Femca Cisl, insieme al gruppo dirigente e alle rsa, esprimono «vicinanza ai lavoratori, ai titolari della Sapa, la famiglia Affinita e la Autotrasporti De Lucia, proprietario del capannone. Le cause dell'incendio scrivono - sono ancora tutte da accertare, per cui aspettiamo l'esito delle indagini in corso ma riteniamo indispensabile fin da subito attivarsi per garantire la salvaguardia occupazionale per i circa 70 lavoratori del sito di stoccaggio e per tutti gli altri dipendenti. È necessaria l'immediata apertura di un tavolo di crisi cui partecipino le istituzioni, l'azienda e le parti sociali, affinché al danno materiale immediato non si sommi il dramma sociale della perdita di posti di lavoro». Le segreterie sindacali esprimono «solidarietà e disponibilità ad affiancare la Tta della famiglia Scudieri, altra azienda colpita dall'incendio in maniera meno grave, ma che oggi vede a rischio la normale catena produttiva».


Vicinanza è espressa anche dal consigliere regionale Gino Abbate. «Un vero disastro scrive - non solo per le ripercussioni che potrà avere per l'ambiente, ma anche per le ricadute economiche legate all'interruzione della produzione per l'azienda interessata. La mia solidarietà va alla proprietà e a tutti gli operai. Sono immediatamente disponibile ad ogni tipo di interlocuzione istituzionale, anche nell'interesse del mantenimento dei livelli occupazionali». Piene di speranza e preghiere, le parole di don Liberato Maglione, parroco di Airola che, tra la gente e sui social, fa sentire la sua incoraggiante presenza.
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Il Mattino