Coronavirus, Liverini e le aziende sotto stress: «È difficile restare tanto tempo in apnea»

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 Presidente, come sta reagendo il tessuto produttivo sannita rispetto all’emergenza in atto? «Le nostre...

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 Presidente, come sta reagendo il tessuto produttivo sannita rispetto all’emergenza in atto?

«Le nostre aziende sono sotto stress. Abbiamo settori che stanno lavorando a pieno regime, penso alla filiera alimentare, ma anche a quelle che svolgono servizi essenziali come la raccolta dei rifiuti, molte altre soffrono delle limitazioni imposte per far fronte al diffondersi dell’epidemia. Ad oggi solo per i nostri uffici, che rappresentano un dato parziale, sono passate oltre 60 Casse integrazioni ordinarie che coinvolgono ben 1400 lavoratori. E sono dati ancora molto parziali che non tengono conto della cassa in deroga, partita oggi». 

Confindustria ha avuto una posizione di prudenza rispetto al blocco totale delle attività produttive. Lei cosa ne pensa?
«Ritengo che la salute sia un bene primario che vada tutelato sopra ogni cosa, ma occorre necessariamente bilanciare queste misure con quelle economiche. Oggi ci viene chiesto di rimanere in apnea per non essere attaccati da un gas tossico. Ma il problema è quanto tempo è possibile resistere in apnea? Le aziende e le famiglie più strutturate hanno riserve di liquidità, ma la stragrande maggioranza del nostro tessuto sociale ed economico, già piegato da una sofferenza che viene fuori da anni di stagnazione, ha ben poche riserve da utilizzare. Si rischia di non morire di virus, ma di morire per asfissia».

Le misure già varate del governo nel «Curaitalia» sono insufficienti?
«Credo che i provvedimenti varati da Governo rappresentino una prima risposta, tempestiva, allo tsunami che ci ha investito e certamente ci offrono la misura che c’è consapevolezza ai piani alti della drammaticità della situazione, da qui anche l’ultimo provvedimento di coinvolgere i Comuni per dare sostegno alle fasce più deboli. Condivido questa strada perché i comuni sono veramente le nostre sentinelle. Ma è chiaro a tutti che queste misure non possono bastare. Perciò già si pensa ad un nuovo decreto in aprile». 

Quali sono, a suo avviso, le priorità per il sistema imprenditoriale?
«Una delle principali esigenze, oggi, è garantire liquidità alle aziende. C’è una paura diffusa che sta innestando una sorta di “si salvi chi può” con un rinvio dei pagamenti per mantenere liquidità in azienda. Per venire incontro a questa esigenza dobbiamo agire velocemente su più fronti».

Come?
«In primis, occorre sbloccare tutti i pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Abbiamo oggi la possibilità di operare una netta sburocratizzazione e far arrivare denaro nelle tasche delle imprese per lavori già eseguiti e servizi già erogati. Poi bisogna utilizzare la leva fiscale con maggiore decisione e anche selettività. La proroga dei versamenti di tasse e contributi deve essere reale e andare ben oltre le scadenze previste dal Governo. In proposito si potrebbe operare una selezione anche sui settori agevolando quelli che si sono fermati e attingendo da quelli che continuano a lavorare. Infine, c’è bisogno di varare uno strumento simile al prestito di guerra, con durata trentennale e garanzia dallo Stato. A situazioni estreme occorrono risposte estreme».

Che ruolo può avere il sistema bancario?
«Le misure straordinarie devono essere adottate dallo Stato, ma è chiaro che il sistema bancario svolge un ruolo decisivo. Rivolgo alle banche un appello importante affinché anche loro adottino modelli decisionali e organizzativi snelli e automatici».

Quanto è importante il ruolo dell’Europa per far fronte alla emergenza?
«Credo che l’Europa sia oggi a un bivio importante e decisivo per dimostrare di essere all’altezza di gestire una situazione come questa. È ovvio che una risposta condivisa a livello europeo avrebbe un impatto molto più importante anche sulla nostra ripresa, rispetto a soluzioni che possono essere adottate solo dall’Italia. Questo è il motivo per il quale ho molto apprezzato l’intervento del Presidente Mattarella in questa direzione».

Quali le iniziative che Confindustria Benevento e le aziende sannite stanno mettendo in atto?

«Il tessuto imprenditoriale sannita sta reagendo con grande compostezza e molta lungimiranza a questa difficile situazione. Abbiamo diverse nostre aziende che hanno deciso di destinare parte delle proprie linee produttive alla realizzazione di prodotti richiesti dal mercato e utili alla collettività in risposta all’emergenza Covid-19. Penso alle mascherine, a pezzi di ricambio per ventilatori polmonari, piuttosto che a piattaforme in grado di lanciare servizi innovativi. Tra l’altro sono commosso dalla generosità con la quale hanno accolto il nostro appello di aderire a “una lista per la vita” iniziativa promossa da Confindustria Benevento per canalizzare sull’ospedale San Pio di Benevento donazioni atte ad acquistare macchinari necessari alla cura dei malati».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino