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«È inutile che predichiate il dialogo se poi pubblicate quelle foto sui social». Il difficile tentativo di composizione bonaria tra le parti sul caso movida naufraga sulle immagini della serata «allegra» di sabato. Esercenti e residenti escono da Palazzo Mosti divisi esattamente come quando vi erano entrati ieri mattina su convocazione del sindaco Clemente Mastella. Al tavolo gli assessori al commercio Alfredo Martignetti e ai comitati di quartiere Carmen Coppola, i tre gestori dei pub di piazzetta Verdi, location degli scatti controversi, il presidente del comitato di quartiere Centro storico Luigi Marino e la vicepresidente Romina D'Agostino. I buoni propositi iniziali, testimoniati dalla riunione congiunta di lunedì tra commercianti e residenti, si sono infranti sullo scoglio delle polemiche scaturite dalla pubblicazione via social delle foto dall'alto di una piazzetta Verdi gremita come in tempi normali. Mastella, partecipe all'incontro per pochi minuti, ha fatto notare ai residenti, come da loro rilevato, come diventi inevitabile l'assunzione da parte delle autorità competenti di provvedimenti restrittivi dopo la pubblicazione di scatti come quelli veicolati dal comitato domenica sulla propria pagina facebook. Un processo alle foto che non è piaciuto ai rappresentanti del quartiere: «Siamo stati costretti a far notare al sindaco - riferisce Luigi Marino al termine della riunione che l'amministrazione ha voluto blindata - che il problema non sono le immagini di quanto accaduto ma quanto accaduto. Si indica il dito e non si guarda la luna, e ciò è inaccettabile. Ma lo è ancor di più contrapporre, a questo punto volutamente, i residenti e gli esercenti, agitando lo spauracchio di misure penalizzanti nei confronti delle attività commerciali e imputandone la colpa a noi. Se l'obiettivo era favorire un'intesa il Comune non può certo dire di averlo centrato».
Visi tesi anche tra i gestori dei baretti al termine del summit e poca voglia di rilasciare dichiarazioni. «Noi lavoriamo nel rispetto di tutte le regole e provando ad arrecare il minor disagio possibile - dice Libero Varricchio - Ma non ci si può chiedere di scomparire, dopo mesi e mesi di chiusura forzata.
Intanto, il tema movida agita anche la politica. L'ordinanza sul divieto di stazionamento emanata sabato dal sindaco finisce nel mirino: «Un'ordinanza illegittima - esordisce il consigliere di opposizione e leader di Patto Civico Vincenzo Sguera - perché sproporzionata e inadeguata, non essenziale e contrae diritti fondamentali senza un ragionevole motivo. La legge attribuisce al premier, e solo in via eccezionale ai presidenti di Regione, il potere di adottare misure più restrittive, ma unicamente in presenza di condizioni nuove e particolari di emergenza. In questo momento tali presupposti non riguardano né la Campania, né Benevento. Sarebbero opportuni maggiori controlli e non misure repressive a caso. Il sindaco ne disponga immediatamente la revoca - conclude l'avvocato - o sarà necessario impugnarla». Contestazioni anche dal neonato movimento «CivicA» di Basile e Marinaro: «Abbiamo letto con stupore l'ultima ordinanza di Mastella. Ci siamo meravigliati perché recentemente ha minacciato lo sciopero della fame se non fossero state allentate le restrizioni. L'Oms ha evidenziato come sia molto difficile contagiarsi all'aperto. Con l'ordinanza forse il sindaco vuole dire che solo chi consuma al ristorante o in qualche negozio può uscire di casa? Ritiri l'ordinanza o ci riserviamo il diritto di ricorrere al Tar».
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Il Mattino