Dehors fuorilegge, ​raffica di multe a Benevento

Dehors fuorilegge, raffica di multe a Benevento
Un fulmine a ciel sereno, o quasi. Così almeno lo hanno vissuto i numerosi titolari di bar e locali del centro che nelle scorse ore si sono visti contestare dalla Polizia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un fulmine a ciel sereno, o quasi. Così almeno lo hanno vissuto i numerosi titolari di bar e locali del centro che nelle scorse ore si sono visti contestare dalla Polizia municipale il preavviso di imminente rimozione delle strutture esterne (dehors). All'origine della vicenda i pronunciamenti di Comune e Soprintendenza in merito alla non rispondenza dei manufatti alle norme in materia di decoro urbano in zone di particolare pregio storico e paesaggistico.

 
Si configurerebbe di fatto una occupazione abusiva con risvolti persino in ambito penale. Querelle che si trascina da mesi e che proprio nelle ultime settimane sembrava essersi incanalata sui binari della risoluzione grazie alla stesura di un apposito Regolamento che recepisce le direttive della articolazione territoriale ministeriale. E non più tardi di martedì scorso l'ufficio stampa di Palazzo Mosti riferiva del «proficuo incontro» avuto a Caserta dal sindaco Clemente Mastella con il soprintendente Salvatore Buonomo e il funzionario Gennaro Leva. È pur vero che non sono mancate fibrillazioni politiche in seno alla maggioranza con le annunciate dimissioni di Domenico Franzese dalla commissione Attività produttive. Il discorso è comunque aperto e non si presagiva il ritorno dei caschi bianchi ai banconi dei bar per l'imperativo ultimatum: via i dehors entro qualche ora o sarà il Comune a effettuare la rimozione con spese addebitate agli esercenti. In più sanzione da 150 euro.

Il perché di questa improvvisa accelerazione è spiegato dal capitano Francesco Casale responsabile dell'ufficio controlli attività commerciali della Polizia municipale: «Se ci siamo mossi in tale direzione è solo perché i ritardi accumulati erano annosi e noi siamo tenuti a far rispettare le norme che al momento, in assenza di nuova regolamentazione, parlano chiaro: i manufatti esterni che non rispettano le direttive della Soprintendenza vanno rimossi immediatamente. Non lo hanno fatto i titolari delle attività commerciali nei tempi assegnati, lo farà il Comune in danno. Peraltro abbiamo fornito persino un contributo alla stesura dell'approvando Regolamento proprio nell'ottica di una definizione della questione non penalizzante per i commercianti. Ma venendo a mancare un approdo certo alla luce delle incertezze palesatesi anche nelle ultime ore non ci è rimasto che applicare la legge».


Umore sotto i tacchi tra gli esercenti che ieri hanno frettolosamente riattivato la macchina della diplomazia per cercare di avere un nuovo confronto con il Comune. Prospettiva che però al momento Palazzo Mosti esclude rimandando la soluzione definitiva della vicenda all'atteso Regolamento nella cui approvazione si confida ancora malgrado i recenti scossoni. Municipio che peraltro era informato dell'iniziativa dei vigili come attesta Casale: «Sì, prima di procedere alle contestazioni nei confronti dei titolari degli esercizi interessati ne abbiamo dato notizia alla struttura comunale». Iniziativa che peraltro non è l'unica adottata dai caschi bianchi in materia di controlli. Sanzioni ben più pesanti da 5mila euro e preavviso di provvedimento di chiusura delle attività sono stati notificati a 6 esercizi di pubblica somministrazione. In questo caso l'oggetto degli addebiti è la mancanza di titolo abilitativo certificato dall'ufficio commercio dell'ente derivante dal non adeguamento alle norme in materia di depurazione delle acque. Anche in questo caso si tratta di un «cold case» che si trascina da tempo. «Eseguiremo verifiche mirate insieme a Gesesa - anticipa Casale - entro la fine di luglio anche tale questione deve trovare una conclusione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino