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Campolattaro all'ultimo esame prima di laurearsi diga. Mai tanta acqua prima d'ora nell'invaso sul fiume Tammaro realizzato negli anni Ottanta sta per completare il percorso quarantennale verso il suo definitivo start up. Le intense precipitazioni delle scorse hanno fornito l'occasione per la verifica sul campo della piena efficienza anche in condizioni di massimo riempimento. Raggiunta la fatidica quota dei 377,25 metri che fa da soglia ai fini del superamento del collaudo tecnico, ultimo requisito che manca all'invaso per l'ottenimento dell'autorizzazione all'esercizio come diga a tutti gli effetti.
«Ora bisognerà mantenere invariata tale quota di riempimento per 90 giorni - spiega Giovanni Mastrocinque, presidente dell'Agenzia di gestione della Provincia Asea - Superato tale periodo si potrà eseguire il collaudo secondo il cronoprogramma stilato dal ministero delle Infrastrutture. Si tratta evidentemente di un momento importante, direi storico, nella lunga parabola di quest'opera imponente e cruciale per il Sannio e per l'intera Campania. Infrastruttura che ha dimostrato nelle scorse ore quanto sia preziosa anche ai fini della sicurezza, grazie alla funzione compensatrice dei picchi di precipitazioni che purtroppo sono una caratteristica evidente dei cambiamenti climatici».
Uno snodo importante evidenziato anche dal presidente della Provincia Nino Lombardi: «Ho ricevuto un rapporto dal presidente di Asea Giovanni Mastrocinque in merito alla gestione delle intense piogge abbattutesi nelle ultime 48 ore sul Sannio e, dunque, anche sul lago artificiale di 7,5 chilometri di lunghezza nell'Alto Tammaro.
L'evento straordinario è stato comunicato prontamente a Prefettura, Ufficio tecnico dighe di Napoli, ministero delle Infrastrutture, dipartimento della Protezione civile, Genio civile. «Ancora una volta - chiosa Mastrocinque - l'invaso di Campolattaro ha dimostrato il grande contributo nel contenere le acque invasate ed evitare danni a valle».
«La Diga di Campolattaro - conclude Lombardi - è una infrastruttura strategica nazionale sulla quale la Provincia, dal momento in cui ne ha avuto l'affidamento nel 1997, ha sempre esercitato il proprio dovere istituzionale e ha investito ingenti risorse per la manutenzione e la sicurezza. Siamo certi che, a seguito della dichiarazione di opera di importanza strategica nazionale, il Governo centrale e quello regionale sapranno valorizzare questa infrastruttura di straordinario rilievo e la porranno finalmente a servizio del territorio con la realizzazione delle opere necessarie agli usi civili e irrigui».
pa.bo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino