È di oltre 1,5 milioni di euro l'importo del costo provvisorio per la gestione delle discariche dismesse sul territorio per il 2019. A stabilirlo il presidente della...
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Si tratta di un importo, specificano dalla Rocca, dovuto alla raccolta del percolato prodotto dalle discariche, sebbene dismesse, a loro tempo impiantate dalla gestione commissariale rifiuti. In sintesi, nonostante alcuni dei siti siano sottoposti al regime di sequestro giudiziario «per responsabilità non ascrivibili alla Provincia o alla Samte», precisano dalla Rocca, restano comunque in piedi i relativi oneri gestionali. Un costo di natura provvisoria, «in quanto si è in attesa di quantificare il costo provvisorio di conferimento - si legge in una nota - del rifiuto indifferenziato allo Stir di Casalduni (interessato dal fuoco in alcune sue parti lo scorso agosto)».
La Provincia conferma in una prima approssimazione per il 2019 «lo stesso costo sostenuto per il 2018», secondo quanto comunicato dalla Samte. Intanto l'elenco dei siti dismessi riguarda lo Stir di Casalduni, i siti di stoccaggio ecoballe sempre di Casalduni (area Stir e località Fungaia), il sito di stoccaggio ecoballe di Fragneto Monforte (località Toppa Infuocata), la discarica di Montesarchio (Tre Ponti), quella di San Bartolomeo in Galdo (Serra Pastore), quelle di Sant'Arcangelo Trimonte (La Nocecchia e Consortile) e l'impianto di compostaggio di Molinara.
Nel provvedimento, inoltre, si dà atto che «la Provincia, nel caso di impossibilità da parte della Samte ad effettuare il pagamento dei servizi di prelievo e smaltimento del percolato dei siti, anticiperà le risorse finanziarie necessarie per due mesi, con recupero delle stesse ad avvenuta riscossione degli importi a carico dei Comuni».
«La nostra priorità - spiega Di Maria - è far ripartire al più presto l'impianto di Casalduni: il nostro impegno è totale, sia per riavviare il ciclo economico che per garantire i 54 posti di lavoro della Samte». E aggiunge: «L'unica determinazione che abbiamo potuto e dovuto assumere in questa fase è quantificare il costo della gestione delle discariche commissariali impiantate prima del 2009 che, sebbene dismesse, producono percolato. La raccolta controllata di questo liquido inquinante deve essere effettuata a tutela del territorio. Eppure riconosco che il costo della raccolta, pur necessaria, è assurdo che lo paghino solo i cittadini sanniti». «Torno a chiedere con forza alla Regione di decidersi a dare attuazione alla suddivisione del costo di gestione delle discariche dismesse tra tutti i cittadini campani, come prevede quella norma che essa stessa si è data». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino