I carabinieri soccorrono e salvano in territorio sannita due migranti iraniani, fortemente disidratati e in precarie condizioni di salute, abbandonati dal conducente di un camion...
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Nel nosocomio si sta valutando lo stato di salute dei due migranti e predisponendo le cure del caso. Per procedere all'identificazione i carabinieri della stazione sangiorgese, di cui è comandante il luogotenente Corrado De Luca, hanno dovuto fare ricorso a un interprete. I due uomini, tra i 30 e i 40 anni, erano in possesso di documenti falsi (uno greco e l'altro rumeno). E riprendendo le forze, seppur con flebile voce e a fatica, hanno raccontato il loro interminabile calvario che durava da mesi, avendo avuto come tappe dapprima la Turchia, quindi la Grecia e, poi, l'Italia. La loro meta finale - hanno riferito ai carabinieri - sarebbe dovuta essere la Francia. Hanno viaggiato «per oltre diciotto ore, nascosti in un camion frigorifero», dove hanno rischiato l'assideramento e il cui conducente, visto lo stato di salute fortemente compromesso, li ha abbandonati al loro destino sulle colline beneventane. Quella piazzola di sosta ha segnato la loro salvezza.
Non è la prima volta che l'A16, Napoli/Bari e lo stesso raccordo 09, sono scenario e cornice drammatica di tante fughe che i migranti compiono in cerca di una vita migliore, trovando spesso anche la morte. Basterebbe ricordare i 5 curdi clandestini trovati morti in un tir su un'area di servizio dell'autostrada A16, qualche decina di anni fa. Gli uomini della Benemerita, anche stavolta hanno svolto il loro ruolo istituzionale di identificare i due migranti, cui seguiranno di certo la denuncia per i documenti falsi e altre procedure che la norma impone, ma sicuramente agli occhi dei due giovani migranti saranno apparsi come coloro che gli hanno salvato la vita. Allo stato attuale, non è stato emesso alcun stato di fermo per i due clandestini. Sarebbe previsto, dopo le dimissioni dall'ospedale, un passaggio in questura per definire la loro posizione e l'eventuale permanenza in Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino