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Si avvicina il momento della prima pietra per l'impianto a carboni attivi. Il macchinoso iter burocratico ha messo a segno due giorni fa l'ultimo tassello in capo a Palazzo Mosti con l'approvazione del progetto esecutivo dei lavori in programma presso il campo pozzi di Pezzapiana. Una risorsa ancora imprescindibile per il soddisfacimento del fabbisogno idrico della città, malgrado le contestazioni relative alla presenza di tetracloroetilene in falda.
Sulla spinta della campagna di opinione formatasi dopo i clamorosi picchi dei valori di inquinanti, l'amministrazione comunale ha ottenuto dalla Regione il via libera al finanziamento da 1,8 milioni per la realizzazione della struttura che promette di ridurre del 90% la concentrazione di elementi contaminanti nell'acqua erogata da Gesesa in tutta la parte bassa della città. Il dirigente dei Lavori pubblici Antonio Iadicicco ha firmato la determina di approvazione del progetto esecutivo dell'impianto di filtraggio a carboni attivi granulari stilato dall'ingegnere Camillo Annaloro. La progettazione definitiva era stata curata da Gesesa. Si potrà passare adesso nel vivo della fase operativa che appare ravvicinata. L'assessore ai lavori pubblici Mario Pasquariello preferisce comunque non sbilanciarsi sulla data dello start: «Attendiamo che la Regione ci accrediti materialmente l'acconto iniziale per indire la procedura di gara. Intoppi imprevedibili a parte, è verosimile che si potrà dare avvio al cantiere nell'arco di poche settimane».
Si perfeziona così il percorso amministrativo che ha visto il sì della conferenza di servizi lo scorso 28 marzo, e l'approvazione del progetto da parte del comitato esecutivo dell'Ente idrico campano il 17 aprile. È stato quindi il Consiglio comunale a licenziare il disco verde alla variante urbanistica parziale dell'area di Pezzapiana interessata dall'insediamento.
Nell'impianto di filtrazione a carboni granulari attivi, il trattamento è di natura chimico-fisica. Con il fenomeno dell'adsorbimento, le sostanze disciolte presenti in soluzione si accumulano sulla superficie del filtro e vengono trattenute da forze di natura chimica ed elettrostatica. Oltre all'azione di adsorbimento, la filtrazione a carbone è in grado di agire anche sulle sostanze organiche biodegradabili quali aldeidi, chetoni, acidi organici originati dall'azione dell'ozono, riducendone il contenuto.
Procede intanto anche il piano di caratterizzazione dell'intera area a ridosso dei pozzi comunali di Pezzapiana e Campo Mazzoni. Il programma di monitoraggio della falda punta a risalire all'origine dell'inquinamento da tetracloroetilene che episodicamente schizza su livelli monstre generando timori e polemiche, come accaduto a novembre. Dall'ultimo aggiornamento dei lavori risulta che i carotaggi in 17 punti sono stati completati. Manca all'appello un solo pozzo nei pressi della centrale di Pezzapiana, che l'Arpac ha richiesto venga effettuato alla profondità di 100 metri. Scatterà quindi la fase dei campionamenti in tutti i pozzi spia, attività per la quale Arpac ha preteso la contemporaneità al fine di avere omogeneità delle condizioni esterne all'atto dei prelievi. Le risultanze finali dello studio spetteranno alla stessa Agenzia regionale di protezione ambientale che avrà il compito di indicare le fonti della contaminazione, qualora chiaramente individuate.Leggi l'articolo completo su
Il Mattino