«Prima ancora che gli autovelox ritengo che il principale problema di arterie come la Telesina e la Fondovalle Isclero sia rappresentato dalla carreggiata unica, elemento...
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Prefetto, qual è il suo parere sull'eventuale potenziamento degli apparecchi?
«Ritengo che la presenza degli autovelox giustifichi certamente un intento volto a prevenire incidenti ma, nello stesso tempo, possono rivelarsi essi stessi fonte di pericolo. Gli automobilisti tendono a effettuare brusche frenate in prossimità degli apparecchi, moltiplicando paradossalmente il pericolo di incidenti».
Condivide le preoccupazioni sull'effetto boomerang esternate dal presidente della Camera di Commercio, Campese, rispetto al rischio di trasformare la capitale europea del vino in capitale degli autovelox?
«Al di là dell'indubbio obiettivo deterrente, e fatti salvi gli apparecchi già funzionanti e quelli già autorizzati, sulle nuove richieste certamente richiamerò la polizia stradale, il nostro organo tecnico, alla massima attenzione nella valutazione, chiedendo un'istruttoria molto approfondita sull'effettivo rischio di incidenti in riferimento alla necessità di installare o meno altri autovelox».
Non intravede il rischio che i Comuni, sbandierando la bandiera della sicurezza, pensino magari più a fare cassa?
«Non mi sbilancio sul fatto che possano essere usati più per fare cassa, né posso dire che questo aspetto sia un intento prevalente. Certamente, la loro presenza contribuisce anche al rallentamento del traffico. In realtà credo che, in prospettiva, il vero problema sia l'urgenza di allargare le due arterie. E quindi completare il raddoppio della Telesina e intervenire sulla Fondovalle Isclero».
È stato chiesto anche un suo intervento rispetto alla confusione generata dalla varietà dei limiti orari concentrati in un tratto di pochi chilometri.
«Su questo aspetto mi rendo disponibile a promuovere un tavolo tecnico con tutti i soggetti coinvolti, dall'Anas ai Comuni fino alla Provincia, con l'obiettivo di arrivare a una possibile soluzione che torni a rendere più uniformi i limiti di velocità».
Magari chiedendo di concordare un cronoprogramma dettagliato degli interventi?
«Certo ma, in tal senso, attendo di incontrare i sindaci interessati per avere indicazioni prima di dare un impulso formale alla cosa».
Sul fronte dei problemi alle strade, ha avuto recenti sollecitazioni anche dall'area del Fortore?
«Sì e aggiungo che il problema della viabilità sia uno dei principali, se non il più importante problema delle aree interne, come quella del Fortore. Zone che sono, oggettivamente, senza risorse, come è stato messo in evidenza anche in questi giorni di confronto organizzati dalla Cia».
Cosa può fare il prefetto?
«In primo luogo cercare di creare le condizioni per un confronto che metta in luce le reali esigenze del territorio. Per parte mia, posso rendermi disponibile a recepire le istanze in modo formale per esserne cassa di risonanza».
Oltre alla viabilità, vede ulteriori priorità su cui intervenire per il rilancio delle aree interne?
«Ho sempre cercato di proporre ai piccoli Comuni di consorziarsi per garantire maggior forze alle istanze del territorio. E per fare ciò credo che sia necessario puntare sulla collaborazione. Occorre superare i localismi diffusi in cui, spesso, mi sono imbattuto».
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Il Mattino