FRASSO TELESINO - Finora i carabinieri hanno ascoltato una trentina di persone, ma sul movente che ha spinto due killer a uccidere Giuseppe Matarazzo, il pastore di 45 anni di...
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Ascoltati chiaramente i componenti della famiglia Iorillo, genitori e figli. La famiglia della piccola Michela, la 14enne che si tolse la vita dopo una relazione con Giuseppe Matarazzo che poi venne condannato a undici anni e sei mesi per violenza. Anche ieri nuovi interrogatori da parte dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita e del Nucleo investigativo provinciale coordinati dal procuratore della Repubblica Aldo Policastro e dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino.
L'arresto di Matarazzo risale al 2009 e l'uomo aveva beneficiato di una riduzione della pena di tre anni per la buona condotta tenuta nel corso della detenzione. E in queste ore anche i periodi di detenzione nei vari istituti di pena che lo hanno ospitato vengono passati al setaccio. In particolare quello nel carcere di Secondigliano, ultimo istituto che lo ha ospitato. Tra l'altro il tipo di reato per cui era stato condannato, fa sì che i rapporti con altri detenuti sono oggetto di particolare attenzione, nell'ambito dello stesso penitenziario. Questo dovrebbe escludere che la vittima possa essere venuta a contatto con elementi della mala e quindi aver provocato reazioni una volta uscito in libertà.
Gli inquirenti attendono anche elementi dall'autopsia, sul corpo di Giuseppe Matarazzo, specie sull'arma adoperata. La salma è stata trasportata presso la sala mortuaria dell'ospedale «Rummo». Nella mattinata di mercoledì il sostituto procuratore della Repubblica Sansobrino conferirà l'incarico al perito che dovrà eseguirla. I primi rilievi, nell'immediatezza dell'omicidio sono stati espletati dal medico legale Emilio D'Oro. I familiari della vittima nomineranno anche loro un perito di fiducia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino