I medici disertano il Sannio: concorso 118 quasi «vuoto» e al Rummo nessuno si presenta

I problemi della sanità beneventana

I medici disertano il Sannio: concorso 118 quasi «vuoto» e al Rummo nessuno si presenta
L'Asl ha pubblicato l'elenco dei partecipanti al concorso per 10 medici dell'emergenza 118 ma, tra i non ammessi e i sanitari già in servizio sul territorio, la...

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L'Asl ha pubblicato l'elenco dei partecipanti al concorso per 10 medici dell'emergenza 118 ma, tra i non ammessi e i sanitari già in servizio sul territorio, la rosa delle new entry si riduce a pochissime unità. Sono 21 in tutto i partecipanti e 18 i medici ammessi a completare l'iter concorsuale, mentre 3 candidati non hanno superato la fase dell'ammissione. Tuttavia, dei 18 medici che potranno effettuare le prove, solo per qualcuno non si ha la certezza che sia già impegnato nel servizio dell'emergenza territoriale. Nel dettaglio, la rosa delle nuove leve potrebbe restringersi al massimo a 4/5 candidati che non risiedono in provincia di Benevento e non sono conosciuti. Invece, tutti gli altri sono medici che già lavorano sulle ambulanze del Sannio e che, attraverso il concorso, aspirano a diventare dirigenti medici per ottenere un trattamento economico più consono e per godere di benefit completamente diversi da quelli attuali.

Va anche sottolineato che tre degli ammessi alla selezione dell'azienda sanitaria sono vincitori del concorso di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso espletato al Rummo, che un candidato attualmente fa il medico di base e che uno dei professionisti in elenco è prossimo all'età pensionabile. A questo punto, il quadro che si delinea apre due scenari complementari: la difficoltà oggettiva di procedere all'assunzione di nuovo personale da destinare ai presidi del 118 a causa della scarsa partecipazione al concorso; la possibilità di far rimanere in servizio i medici già impegnati sulle ambulanze attraverso una sorta di promozione determinata dal concorso, per evitare di continuare a «perdere pezzi» e a essere impossibilitati a garantire i livelli essenziali di assistenza. Nei giorni scorsi, l'Asl ha pubblicato anche l'avviso pubblico per il reclutamento di professionisti del territorio regionale ed extraregionale interessati a presentare domanda di assunzione per coprire i turni nelle 15 zone carenti individuate nel Sannio.

Risulta evidente che, qualora non si riuscisse a colmare i vuoti esistenti, il cammino intrapreso nella direzione della demedicalizzazione delle ambulanze, non potrebbe che consolidarsi, nonostante nell'arco di quattro mesi il bilancio dei decessi sui mezzi di soccorso senza medico a bordo, sia pesantissimo e faccia riferimento a cinque morti. Intanto, in estate si era ridotto ulteriormente l'organico del personale medico del 118, in seguito alle dimissioni di due dirigenti medici dell'emergenza sanitaria che, con decorrenza dalla fine di agosto, avevano interrotto il rapporto di lavoro con L'Asl. A lasciare i presidi Saut erano stati due titolari del servizio di emergenza sanitaria che operavano nelle sedi di Cerreto Sannita e di Airola. Le difficoltà che stanno emergendo nel reclutamento di personale medico sono incomprensibili perché il servizio sulle ambulanze del 118 è ben retribuito anche se estremamente delicato e impegnativo.

Si tratta di un problema comune a tutte le strutture sanitarie che non trova una spiegazione logica oltre che una soluzione immediata, se si considera il trend del momento. Nelle scorse ore il direttore generale del Rummo Maria Morgante ha dovuto prendere atto dell'esito negativo del concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di Neuropsichiatria infantile. Infatti, nessuno dei sette candidati ammessi al concorso si è presentato a sostenere le prove d'esame. Un caso, a dir poco, anomalo e assolutamente inspiegabile che non ha precedenti nella storia dell'ospedale cittadino. Certo è che, tra medici che rassegnano le dimissioni solo dopo qualche mese di servizio, concorsi disertati oppure con elenchi di partecipanti sparuti, personale medico che preferisce evitare di prestare servizio nei reparti e nei presidi dell'emergenza-urgenza, sta diventando sempre più difficile riuscire a garantire i turni di lavoro, soprattutto per alcune discipline. 

 

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Il Mattino