Il Tar Campania ferma l'apertura anticipata dalle caccia su ricorso ambientalisti

Si fa riferimento ad alcune specie animali previste dal calendario venatorio approvato dalla Giunta regionale della Campania

Il Tar Campania ferma l'apertura anticipata dalle caccia su ricorso ambientalisti
Tar Campania, stop alla Regione per l’apertura anticipata della caccia nei primi giorni di settembre in riferimento ad alcune specie animali. I cacciatori inoltre, per...

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Tar Campania, stop alla Regione per l’apertura anticipata della caccia nei primi giorni di settembre in riferimento ad alcune specie animali. I cacciatori inoltre, per individuare le aree in cui l’attività è consentita non essendo state interessate da incendi negli ultimi dieci anni, dovranno fare riferimento esclusivamente al portale degli incendi boschivi gestito dai Carabinieri anziché rivolgersi ai Comuni, non essendo aggiornata la cartografia.

Un decreto del presidente della terza sezione di Palazzo de Londres, Paolo Severini, ha accolto la richiesta di provvedimenti urgenti proposta da un gruppo di associazioni ambientaliste (Ente Nazionale Protezione Animali, Lega Italiana Protezione Uccelli, Wwf Italia e Animal Protection) difese dall’avvocato Maurizio Balletta. Il calendario venatorio approvato dalla Giunta regionale lo scorso 19 luglio nel prevedere l’apertura della caccia al 17 settembre autorizzava alcune anticipazioni: nei giorni 3-9-10 settembre 2023 con riferimento al merlo e alla ghiandaia, nonché, nei giorni 3 e 10 settembre, nonché dal 17 settembre al 15 ottobre 2023, con riferimento alla tortora.

Infine aveva esteso la caccia a tordo bottaccio e tordo sassello fino al 20 gennaio 2024, anziché fino al 10 gennaio 2024. Il tribunale amministrativo ha condiviso le doglianze delle associazioni ricorrenti relative all’assenza di una adeguata pianificazione faunistica “non avendo – si legge nel provvedimento – il Consiglio Regionale ancora approvato alcuno dei nuovi piani faunistico - venatori provinciali, proposti dalla Giunta”. La questione verrà trattata nell’udienza che è stata fissata per il prossimo 26 settembre, ma nell’attesa la parte contestata del calendario venatorio resta sospesa.

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Il Mattino