Significativo passo avanti nella gestione dei lavori di disinquinamento del fiume Isclero: dopo la pulizia degli argini portata a compimento per alcuni tratti del corso...
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Si tratta del progetto esecutivo attinente al primo stralcio funzionale, che riguarda il ripristino del depuratore nella località Capitone, nell'area Pip di Sant'Agata de' Goti; dell'adeguamento e l'ammodernamento dell'impianto di depurazione di Molino Vecchio a Dugenta; dell'adeguamento del collettore fognario di Limatola.
L'intervento, appena deliberato dall'esecutivo Di Maria, rientra nel contesto delle opere sollecitate dall'Agenzia campana per la difesa del suolo (Arcadis) e, tra l'altro, è finalizzato a ripristinare la funzionalità dell'impianto nell'area Pip di Sant'Agata de' Goti, purtroppo in questi anni oggetto delle attenzioni dei vandali.
La perizia tecnica si era resa necessaria dopo che la ditta affidataria del contratto d'appalto aveva proceduto alla cessione di un ramo aziendale. Ciò ha provocato una serie di difficoltà di natura amministrativa bloccando, di fatto, l'iter burocratico utile al finanziamento di oltre 1,7 milioni per la realizzazione delle opere già previste. L'ok della Regione al progetto esecutivo del primo stralcio funzionale consente, dunque, di recuperare somme per opere pubbliche che diversamente sarebbero andate perdute.
Resta dunque alta l'attenzione per l'Isclero, per lunghi decenni abbandonato all'incuria e usato dai Comuni come scarico di acque non depurate e, talvolta, anche di rifiuti tossici industriali. A settembre dello scorso anno, è stato in parte ripulito della fitta vegetazione e dai detriti, grazie a un intervento posto in essere proprio dalla Provincia. Intervento che ha riportato alla luce anche le vecchie sponde in cemento costruite negli anni Settanta con l'obiettivo di impedire in tal modo che il fiume potesse straripare e che invece lo hanno ridotto ad un canalone. Da tempo le associazioni ambientaliste si battono per una politica alternativa di recupero di tutto l'ecosistema floro-faunistico che vive intorno all'Isclero. Tra queste, il Wwf, ha lanciato - nel 2014 - il «contratto di fiume», uno strumento che punta a mettere insieme istituzioni, associazioni, privati ed enti di controllo per armonizzare una gestione sostenibile del fiume: individuare i problemi, tra questi anche la cementificazione delle sponde, per definire poi il piano d'azione e le risorse necessarie.
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Il Mattino