Ancora un cambio nella giunta comunale: esce Antonio Reale, entra, anzi rientra, Gerardo Giorgione. Il sindaco Clemente Mastella recita l'asciutta nota diramata da palazzo...
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«Prendo atto della decisione del sindaco Mastella e lo ringrazio per aver creduto in me, per avermi dato la possibilità di ricoprire prestigiosi incarichi di amministrazione». Questa, la reazione di Antonio Reale. Che prosegue: «Auguro il meglio al sindaco e ai colleghi per il prosieguo della legislatura: un progetto a cui resto orgogliosamente fedele anche senza più farne parte, d'altronde credo che la politica sia anche questo, appartenenza e lealtà». «E va bene se è la lealtà ad aver causato la mia revoca: l'ho già detto, resto nel centrodestra e voterò centrodestra perché sono di centrodestra. Credo sia semplice. Resto di centrodestra e resto grato e vicino a Mastella, diversamente da chi gli suggerisce revoche pur essendo la sua presenza in consiglio motivo di imbarazzo per il sindaco. Parlo di Nanni Russo, che il sindaco voleva dimissionario salvo accettarne i diktat oggi. Resto leale poi diversamente da chi di Mastella parla bene o male a deleghe alternate per restare nell'ambito ambientale: quando le deleghe assessoriali gli vengono date Mastella è buono e bravo, quando gli vengono tolte diventa un pessimo sindaco salvo poi tornare al Mastella uber alles in caso di restituzione delle deleghe. No, io scelgo altri valori: la lealtà e la coerenza che mi impediscono di sposare progetti ed esperienze che finora ho avversato e mi impediscono allo stesso tempo di essere ingrato nei confronti di chi ha creduto in me coinvolgendomi in un progetto che ritengo, ancora, il migliore per Benevento e per i cittadini. Io scelgo la lealtà, sempre, anche quando non conviene».
In quanto al «vecchio-nuovo» assessore, così si esprime: «Essere richiamati in giunta, al di là delle diatribe politiche, è sempre un onore poiché si ha modo di rappresentare la città e fare il meglio. Si ricorderà che dovetti lasciare per motivi non dovuti alla mia persona, io non ho mai offeso alcuno nella mia vita e, comunque, non riguardavano vicende del Comune».
Al vetriolo il commento di Fulvio Martusciello: «Al prossimo rimpasto entrerà anche Orfei. Questa non è un'amministrazione comunale, è un circo». Da registrare, inoltre, l'intervento di Marianna Farese. «Non sono neanche passate ventiquattro ore dall'approvazione del previsionale che la compagine facente capo alla parte consiliare di Forza Italia non allineata al sindaco non serve più dice la consigliera 5 Stelle -. Si perde il conto dei cambi di assessori che la giunta Mastella ha fatto, mentre su Reale, nulla è stato detto circa motivi della sua sfiducia. Che dire? Morto l'assessore, viva l'assessore». Dal centrodestra, Federico Paolucci: «Tre notizie hanno determinato ulteriore sconcerto. Il possibile patto per un assessorato regionale al figlio di Mastella (l'interessato ha già smentito mentre il sindaco ha preannunciato querela), la presenza in aula del Pd al voto sul bilancio e la nomina di un dichiarato antimastelliano quale non nuovo, ma di nuovo - assessore della giunta Mastella». A Pasquale Maglione, deputato 5 Stelle, non è parsa sufficiente la smentita di Mastella. «La notizia su un presunto accordo tra Mastella e De Luca volto ad assicurare un posto in giunta al figlio del sindaco, riferisce di quel meccanismo che ha determinato l'arretratezza del Sannio. Personalmente non mi accontento delle ennesime parole al vento e delle minacce di querela a mezzo social di Mastella, ma aspetto che i fatti appurino l'infondatezza delle indiscrezioni».
Pronta, ovviamente, la replica di Mastella. «Si risponde alle cose serie, non alle bugie maldicenti, né alle insinuazioni elettorali, né a idiozie parapolitiche e stupidamente scandalistiche. Nessun patto e tantomeno nessun assessorato a mio figlio. Ho querelato per danno di immagine e per diffamazione il giornalista e la testata. Posso continuare con Maglione. Ho dialogato con Moro ed Andreotti, con Cossiga e con De Mita, sto più giù di loro, ma scendere ai livelli di Maglione mi è impossibile. È in un girone della mediocrità politica che, pur volendo far somma anche di tanti sbagli commessi, è irraggiungibile».
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Il Mattino