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«Al momento non abbiamo avvisaglie di crisi, ma l'attenzione resta alta». L'ad Salvatore Rubbo fa il punto della situazione siccità in città e nei 21 comuni della provincia serviti da Gesesa. A differenza di quanto sta avvenendo nelle regioni del Nord, la condizione della Campania appare al momento gestibile.
«Stiamo beneficiando delle azioni messe in campo fin da aprile - spiega Rubbo - Gesesa ha avviato per tempo un programma di interventi di ottimizzazione delle pressioni in rete, allo scopo di efficientare i distretti idrici. Le chiusure notturne puntuali eseguite anche nelle scorse ore in città e nei centri della provincia hanno avuto proprio la finalità di massimizzare le riserve e al contempo installare stabilizzatori di pressione che consentono di ridurre le perdite. Per far sì che vada persa la minor quantità di risorsa possibile, i nostri tecnici sono intervenuti con immediatezza laddove si sono palesati casi di dispersione, senza guardare calendario e orologio. I risultati di queste misure sono significativi e si riflettono beneficamente sulla disponibilità della risorsa che oggi è tale da non far ipotizzare alcun razionamento nelle prossime settimane».
Confortanti anche i livelli delle forniture: «Le portate provenienti dal Biferno permangono stabili - rivela Rubbo - Non si stanno palesando particolari criticità delle falde locali che sono perfettamente in linea con gli standard del periodo. In alcune ore della giornata stiamo ancora facendo a meno dei pozzi di Pezzapiana. Grazie al monitoraggio ininterrotto operato dall'azienda siamo comunque in grado di prevedere eventuali abbassamenti repentini della falda. Ovemai ciò dovesse verificarsi, abbiamo pronte le contromisure: manovre sulla rete e, in ultima ipotesi, chiusure notturne. Va considerato al contempo - aggiunge l'ad - che i due terzi della erogazione provengono da fornitori grossisti (Regione Campania, Molise Acque, ndr), per cui, in linea teorica, possono verificarsi in ogni momento riduzioni delle portate sulle quali l'azienda non può incidere». E dunque, cosa si farebbe qualora la situazione dovesse precipitare? «Già dai primi giorni di giugno - chiarisce Rubbo - abbiamo stipulato contratti quadro per assicurarci la disponibilità di autobotti da 15 metri cubi pronte a raggiungere tutte le aree della città e i centri della provincia in caso di emergenza. Tanto anche nell'ambito dell'interlocuzione avviata in tal senso dalla Prefettura con nota del 31 maggio».
Intanto, si avvia a soluzione il caso della proroga all'azienda partecipata dal Comune. Ieri è arrivato anche il previsto pollice alto dei revisori alla delibera che prolungherà al 30 giugno 2023 la scadenza della concessione a Gesesa.
La proroga, peraltro, «non comporta - attestano i revisori - una nuova negoziazione con il medesimo soggetto, e ha invece come solo effetto il differimento finale del termine del rapporto». Una convergenza in corsa sulle tesi sostenute da Palazzo Mosti, che si conclude con il fatidico «esprime, nelle more del reperimento di un nuovo contraente, parere favorevole alla proposta di deliberazione». Delibera che ha già un identificativo, il numero 36 del 22 giugno, a dimostrazione della premura che l'amministrazione ha di chiudere la partita entro il 30 giugno. La conferenza capigruppo di oggi dovrebbe fissare la data per mercoledì 29. Fermo sulle proprie posizioni antitetiche il comitato
Acqua bene comune: «La proroga a Gesesa non può essere concessa perché la società per azioni è controllata dalle multinazionali e non dal pubblico. Le lettere del presidente Eic Mascolo non spostano di una virgola il problema perché non hanno alcun valore giuridico: il soggetto inadempiente non può legittimare il Comune. L'unica strada per affidare l'acqua ai privati era la gara che il Comune non può fare e l'Eic non ha fatto. Il tempo è scaduto e le pezze a colori sono pericolose. Ci auguriamo che nessun consigliere sia sprovveduto a tal punto da approvare una proroga tecnica, in quanto si esporrebbe a grosse responsabilità».
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