Ragazzina morì in piscina, la Procura dopo un anno chiede la riesumazione

Ragazzina morì in piscina, la Procura dopo un anno chiede la riesumazione
La decisione di riesumare la salma della piccola Maria, trovata morta in una piscina a San Salvatore Telesino nel giugno del 2016, ha suscitato delle reazioni. Gli avvocati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La decisione di riesumare la salma della piccola Maria, trovata morta in una piscina a San Salvatore Telesino nel giugno del 2016, ha suscitato delle reazioni. Gli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo, difensori dei due indagati Daniel e Cristina Ciocan, hanno preannunciato che chiederanno l'incidente probatorio al Gip. «Per quanto riguarda la riesumazione del cadavere di Maria - dichiara la criminologa Ursula Franco che assiste i due indagati - alla ricerca di segni di una colluttazione che sono stati esclusi dai due precedenti medici legali, consulenti della Procura, non posso che dirmene disgustata, la Procura non riesce ad ammettere di aver commesso un errore, continua a buttare i soldi dei contribuenti in indagini inutili invece di seguire le indicazioni dei Giudici e della difesa».

 

La criminologa in una nota ricorda che per quattro volte la Procura ha chiesto l'arresto e per quattro volte i giudici, anche quelli della Suprema Corte di Cassazione, lo hanno negato. Inoltre i vari giudici,sostiene la criminologa Franco - che hanno respinto gli arresti dei due indagati, hanno suggerito alla Procura di «indagare anche nell'ambito familiare circa eventuali abusi sessuali sulla bambina». Inoltre i giudici prosegue la criminologa: «hanno avanzato l'ipotesi della morte accidentale seguita ad un gioco ed hanno escluso che Daniel Petru e Cristina Ciocan fossero in paese mentre la bambina moriva. La difesa dei Ciocan, di cui io faccio parte in veste di criminologo consulente, ha sempre sostenuto che Maria, la sera della sua morte, aveva un appuntamento con un'amica, ormai maggiorenne, e con lei si diresse in piscina per fare un bagno, si spogliò e purtroppo affogò. L'amica era più grande e molto intima, per questo motivo Maria si fidò e non si vergognò di lei. L'aver scambiato un semplice caso di morte accidentale, in un contesto familiare degradato, per un omicidio, ha distrutto la vita di due giovani che sono estranei ai fatti, lo provano i testimoni, le celle telefoniche, l'assenza di un movente, ma, soprattutto, Daniel Petru e Cristina Ciocan non si trovavano a San Salvatore Telesino mentre Maria moriva».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino