«Per il Sant'Alfonso si va verso una morte annunciata»

«Per il Sant'Alfonso si va verso una morte annunciata»
Lo spostamento del presidio di guardia medica dal centro di Sant'Agata de' Goti al «Sant'Alfonso Maria de' Liguori» rappresenta di fatto...

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Lo spostamento del presidio di guardia medica dal centro di Sant'Agata de' Goti al «Sant'Alfonso Maria de' Liguori» rappresenta di fatto l'attivazione della nuova «casa di comunità» che l'Asl di Benevento sta realizzando presso il presidio ospedaliero di località San Pietro. Una notizia, quella diffusa martedì dal direttore generale dell'azienda Gennaro Volpe, che ha registrato ieri i commenti e le reazioni, discordanti tra loro, del «Movimento civico per l'ospedale» di Sant'Agata, dei gruppi consiliari di minoranza e del primo cittadino Salvatore Riccio.



Proprio gli attivisti hanno avviato ieri una campagna di volantinaggio distribuendo due fogli. Uno spiega cosa prevedono i nuovi servizi che l'Asl attiverà presso l'ospedale e quindi casa di comunità, ospedale di comunità e centrale operativa territoriale. L'altro ricorda quali sono ad oggi le prestazioni erogate dal «Sant'Alfonso» denunciando che il decreto 41 del 2019 non è stato ancora attuato. «I concetti di casa della comunità, ospedale di comunità e centrale operativa territoriale sostengono infatti dal movimento - stanno creando un po' di confusione. Abbiamo cercato di fare chiarezza, anche sulla base di quanto diffuso dalla Regione e dal presidente De Luca nell'ultima conferenza, durante la quale è stato presentato il nuovo Piano sanitario regionale. Cosa sono casa della comunità, ospedale di comunità e centrale operativa territoriale e perché non possono sostituire un ospedale?. Purtroppo sottolineano pare che il destino del de' Liguori sia segnato e stia andando verso una riconversione in un grosso poliambulatorio che però rischia di rimanere vacante per la mancanza di personale. Per questo torniamo a chiedere che fine ha fatto il decreto 41 del 2019».

Preoccupazione viene espressa anche dai gruppi consiliari di Pd e «Dei Goti». «Dall'ottobre 2020 fino all'ultimo consiglio comunale, - ricordano - abbiamo chiesto sempre, come opposizione, di mantenere alta l'attenzione sul presidio ospedaliero del Sant'Alfonso senza ricevere risposte alle nostre richieste e domande, molte delle quali patrimonio comune con il comitato civico e tanti concittadini. Richieste e domande derivanti da preoccupazioni, la cui evoluzione, negli ultimi 2 anni, ha determinato quanto sta accadendo. Abbiamo denunciato ed interrogato l'amministrazione, informato la cittadinanza in vario modo ma purtroppo aggiungono da Dei Goti e Pd - non siamo stati smentiti, anzi l'addio all'ospedale si concretizza inesorabilmente. Si è rinunciato a priori ad una battaglia giusta, legittima, doverosa. Questo costante abdicare, come in tante altre problematiche, ha determinato un irreversibile avvicinamento all'annunciata morte dell'ospedale, a pochi giorni dall'anniversario dei 12 anni dalla sua inaugurazione del 10 marzo 2010. Oggi è un brutto momento. Una sconfitta di tutti, della comunità, delle istituzioni locali e della politica tutta. Una sconfitta nel silenzio generale, nelle complicità interessate, silenti e ipocrite di chi oggi avrebbe dovuto condurre in prima linea la battaglia».



Ma per l'amministrazione santagatese e il sindaco Salvatore Riccio l'attivazione della casa di comunità non rappresenta assolutamente lo smantellamento dell'ospedale, anzi. «Posso dire afferma il primo cittadino - che il trasferimento della guardia medica è solo il primo passo dell'Asl che successivamente dovrà trasferire, in una parte dei locali del Sant'Alfonso, tutti gli altri servizi previsti da quanto stabilito con il presidente Vincenzo De Luca nella riunione del 27 ottobre. Questo non vuol dire che verrà smantellato l'ospedale, anzi stiamo aspettando la convenzione, che a breve verrà firmata tra il Pascale e il San Pio, che prevede il trasferimento presso il Sant'Alfonso di una serie di servizi».
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Il Mattino