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Non proprio uno scambio di complimenti tra il consigliere regionale Gino Abbate e l'esponente della maggioranza a Palazzo Mosti Alboino Greco. Il motivo delle accuse? L'uscita del primo dal partito mastelliano di Noi di Centro, con il relativo passaggio al Pd, è stato il presupposto che ha spinto il consigliere Greco, che a novembre aveva lasciato il gruppo Noi Campani a Palazzo Mosti «per dissonanza rispetto alla linea politica» degli altri due componenti (Francesco Farese e Marcello Palladino), ad attaccare il consigliere regionale.
Secondo Greco, la motivazione politica offerta da Abbate rispetto alla perdita di civismo del movimento mastelliano dopo l'intesa con Italia viva di Matteo Renzi è pretestuosa. «La verità viene sempre a galla dice Alboino Greco - Quel lavoro ai fianchi, spesso maldestramente mascherato da divergenze su questioni amministrative al Comune di Benevento, era in realtà solo un paravento per mascherare la manovra politica sottobanco azionata da tempo da un regista occulto. Avendolo prima sospettato e poi compreso, feci le scelte conseguenti in seno alla civica assise. A Palazzo Mosti Farese è all'opposizione, a un passo dal Pd e il consigliere regionale Abbate è definitivamente passato armi e bagagli nel Partito democratico, con tanti saluti al leader politico e all'uomo a cui deve, in maniera assolutamente integrale, quel seggio regionale».
«È un pretesto ridicolo aggiunge l'esponente di Noi di Centro - quello del disaccordo sulla scelta di un'alleanza con Renzi: la riunificazione aggregativa delle forze moderate per ricreare l'area centrale è obiettivo storico del nostro leader Mastella.
Abbate risponde e spiega che la sua è una decisione esclusivamente politica. «La scelta sottolinea il consigliere regionale è di natura esclusivamente politica ma questo il prode Alboino (eletto nella lista Abbate-Ucci) non vuole o non può capirlo e non riesce neanche a svestirsi del ruolo di ventriloquo. Con parole semplici cercherò di spiegarlo. Nel 2016 demmo luogo a un movimento civico che vide Mastella diventare sindaco con il contributo del sottoscritto e di altri. Quel movimento prevedeva di portare le istanze territoriali in sede regionale e nel sottoscritto il portavoce. Nel 2021 la lista Abbate-Ucci ha contribuito con 2500 voti alla riconferma di Mastella. Nel 2022 il sottoscritto si è candidato come capolista al Senato per il nostro movimento civico. In quella occasione subimmo una grave discriminazione, un baratto che si tradusse nel 40% in meno di consensi rispetto al voto al Parlamento».
«Tornando ad oggi aggiunge Abbate - quando un movimento fa una scelta di confluire in un partito questo avviene dopo un'ampia discussione e un profondo confronto: cose che non sono avvenute. Rispetto la scelta fatta da Mastella ma non la condivido per cui ognuno seguirà il suo percorso politico. Non è stato il sottoscritto a rompere il movimento traghettandolo in un partito e per quanto riguarda le mie dimissioni la storia parla per me, in quanto non ho mai esitato a dimettermi quando sono venuti meno i requisiti di coerenza e progettualità. Piuttosto, su questo punto, l'intervento del prode si potrebbe ribaltare sul sindaco che, anche nell'ultima tornata elettorale, ha usufruito dei miei consensi».
«Ad Alboino o a chi parla per lui conclude Abbate consiglio di uscire dal sottobosco dell'inciucio e del dileggio, in cui evidentemente amano vivere, e continuare a cercare di farsi scontare cambiali alla provincia oltre che occupare posti di lavoro, sottraendoli alla comunità». Intanto nei giorni scorsi sia Gino Abbate che Maria Iodice hanno dato l'addio in consiglio regionale al gruppo Noi Campani con una lettera inviata al presidente del consesso, Gennaro Oliviero.
Il Mattino