Lite in piazza a Benevento, condannato Francesco Cifiello

Lite in piazza a Benevento, condannato Francesco Cifiello
Una condanna a due anni, con il beneficio della pena sospesa, è stata inflitta a Francesco Cifiello, 21 anni, beneventano, accusato di lesioni gravissime durante una lite...

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Una condanna a due anni, con il beneficio della pena sospesa, è stata inflitta a Francesco Cifiello, 21 anni, beneventano, accusato di lesioni gravissime durante una lite scoppiata nel centro storico, in pratica nel cuore della movida. Il verdetto del Gup Loredana Camerlengo è arrivato dopo il ricorso al rito del patteggiamento chiesto dal difensore del 21enne Antonio Leone. Inizialmente, accusa e difesa avevano concordato una pena a un anno, ma l'avvocato Federico Paolucci che assiste la persona ferita, M.D., 27 anni, beneventano, ha presentato una memoria che attestava la gravi ferite riportate dal giovane e quindi chiedeva una pena più severa. Pertanto si è concordata una nuova pena con il pubblico ministero Giulio Barbato. Una pena di due anni, poi sancita dal verdetto del Gup. Cifiello per questa vicenda è tuttora destinatario anche di un Daspo urbano che non gli consente di accedere al centro storico.

Il ferimento risale al 22 settembre dello scorso anno. Quella notte vi furono due feriti per un'aggressione nel centro storico. M.D. fu ricoverato in prognosi riservata al Rummo per un trauma cranico. Rimase per cinque giorni in coma farmacologico e in pericolo di vita presso il reparto di rianimazione. Un 17enne, invece, riportò ferite a una spalla ritenute guaribili in pochi giorni. I carabinieri avevano identificato l'aggressore in Cifiello, che, presentatosi presso il comando di via Meomartini, fu interrogato alla presenza dell'avvocato Antonio Leone e del sostituto procuratore Francesco Sansobrino.


Al termine dell'interrogatorio l'aggressore fu denunciato per lesioni gravissime. Quella notte il ventisettenne era stato aggredito, ma anche il minorenne rimase ferito. Alla fine M.D. cadde a terra e alle ferite provocate dalla colluttazione si aggiunse anche quella alla testa, provocata dalla caduta sul selciato. Cifiello aveva sostenuto che il giovane stava litigando con un'altra persona. Lui sarebbe intervenuto, per sedare la lite, ma ne era nata una colluttazione con il 27enne che aveva avuto la peggio. Poi nel mese di dicembre per Cifiello era giunto un Daspo urbano, questa volta adottato dal questore Edgardo Giobbi. Il giovane era stato già destinatario di un obbligo di firma tre volte la settimana da parte del gip Maria Di Carlo. Il questore aveva emesso un ulteriore provvedimento che stabiliva per il giovane la misura di prevenzione del divieto di accesso a tutti i pubblici esercizi di piazza Piano di Corte nonché di stazionamento nelle immediate vicinanze di essi, per due anni, dalle 18 sino alle successive 6 di ogni giorno. Il provvedimento adottato dal questore trovava il suo fondamento nell'articolo 13 bis del Decreto Legge 20 febbraio 2017. Si tratta della misura di prevenzione del Daspo urbano, quindi il divieto di accesso alle aree urbane. «La misura di prevenzione - motivava la questura - è volta a contrastare, attraverso il divieto di accesso ai locali pubblici o di pubblico trattenimento, i fenomeni di degenerazione della cosiddetta movida giovanile e a tutelare la sicurezza dei luoghi interessati dal fenomeno. Eventuali violazioni alle prescrizioni impartite dal questore sono sanzionate con l'arresto da sei mesi a due anni e con la multa da 8.000 a 20.000 euro». L'avvocato Antonio Leone ha già preannunziato che nelle prossime ore presenterà ricorso contro il provvedimento del Daspo urbano, esibendo la sentenza pronunciata ieri dal Gup per revocarne gli effetti.

 

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Il Mattino