Mastella: «Anche a Benevento i medici sono pochi e anziani, sanità senza futuro»

Il sindaco di Benevento: «Intervenire subito»

Il sindaco di Benevento Mastella e la manager del San Pio Maria Morgante
«Qui, ora, e non in futuro, esiste la crisi del personale sanitario in Europa, in Italia e, quindi, nel Sannio. E, qui e ora, bisogna intervenire». ...

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«Qui, ora, e non in futuro, esiste la crisi del personale sanitario in Europa, in Italia e, quindi, nel Sannio. E, qui e ora, bisogna intervenire».


È questo il monito del sindaco Clemente Mastella che, oltre a chiedere con forza che si faccia in fretta a risolvere le criticità esistenti nella sanità territoriale, torna sull'argomento della «mancanza di comunicazione» che si è instaurata con il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Maria Morgante. In generale, preoccupato per quanto si sta delineando sull'intero territorio. «L'indiscussa carenza di cui siamo testimoni - spiega il sindaco del capoluogo - secondo la carta di Bucarest richiede una immediata azione politica per affrontare una crisi di sistema che lamenta organici insufficienti, stipendi bassi e condizioni di lavoro davvero insostenibili. Siamo al collasso, a meno che non si intervenga subito, perché l'invecchiamento della popolazione e una forza lavoro sanitaria anch'essa in età avanzata, sono i sintomi più evidenti della crisi. Poi c'è la mobilità degli operatori sanitari, di cui l'Italia è vittima, perché cercano migliori condizioni di vita e di lavoro».

Sono tutte condizioni che investono l'intero sistema sanitario nazionale e che, per forza di cose, si riflettono in modo ancor più grave sulle piccole realtà come il Sannio, che è carente di medici, soprattutto per alcune branche come, per esempio, l'Anestesia e rianimazione. È chiaro che se i ragazzi residenti nel Sannio che si iscrivono alla facoltà di Medicina per forza di cose devono trasferirsi in un'altra città per conseguire la laurea, gli stessi si abituano ad altri ritmi di vita, oltre che a stare lontani dalle famiglie. Questa abitudine a vivere secondo altri ritmi per molti anni, rappresenta la molla che li spinge a cercare lavoro dove hanno messo radici nel periodo più significativo per la formazione del loro carattere, e non la molla per tornare a casa. «Secondo l'Ocse - continua Mastella - in 20 anni sono andati via dall'Italia 180mila operatori sanitari, appartenenti alle categorie dei medici e degli infermieri. Allora si faccia qualcosa per arginare l'esodo che sta assumendo proporzioni importanti. Per questo l'autonomia differenziata mi spaventa e potrebbe costare cara alla gente del Sud. Il tempo per fare e per migliorare la qualità dei servizi essenziali quotidiani è poco per cui le istituzioni tutte dovrebbero collaborare per il bene dei cittadini. Ritengo, quindi, inaccettabile il comportamento della direttrice dell'Azienda ospedaliera San Pio che ignora la grammatica istituzionale e pensa di risolvere la situazione con un lettera al giorno a suo favore, scritta dai suoi amministrati. Noi vogliamo il bene del nostro ospedale e stimiamo il personale che si adopera e si spende per garantire la necessaria assistenza ai pazienti ma vorremmo lavorare in sintonia con i contesti sanitari per il bene della nostra comunità. Le risposte burocratiche che ci sono arrivate sono stonate con il disegno unitario che ci sta a cuore».


Insomma, nonostante l'affannarsi quotidiano per cercare di tappare i buchi lasciati da medici che vanno in pensione, che rassegnano le dimissioni, che si trasferiscono in altre realtà, la situazione non sembra trovare soluzioni apprezzabili anche perché è difficile superare gli ostacoli burocratici, gli interessi personali o di categoria, conciliare le esigenze di ognuno, mettere d'accordo tutti, anche quando si sarebbe disposti a rendersi utili e a mettersi in gioco per risolvere, almeno in parte, le criticità che si stanno accumulando da anni. «Il trend negativo - conclude il sindaco - sulla dinamica demografica in Italia, iniziato nel 2008, oggi trova conferma perché continuiamo a perdere popolazione. I nuovi nati sono sempre meno e sempre di meno rispetto ai "nuovi morti". L'anno scorso la popolazione residente in Italia è diminuita di 179mila unità, secondo i dati Istat, mentre dal 2019 la nostra nazione ha perso un milione di abitanti. Le nascite sono al di sotto delle 400mila e i decessi continuano a stare stabilmente sopra i 700mila. Perciò, la polemica che affiora ogni tanto, sulla circostanza che la città di Benevento e l'intera provincia perdono popolazione a causa di scelte politiche sbagliate, non ha senso. Il problema è italiano, anzi europeo benché, attualmente, un contributo positivo, non sufficiente, arriva dal saldo migratorio. La verità è che bisognerebbe incentivare le nascite e l'integrazione degli immigrati. Gli Usa vanno in questa direzione, non l'Europa».
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Il Mattino