Tre sono rimasti a bocca chiusa, un altro ha visto rinviato il proprio interrogatorio, mentre un quinto ha negato qualsiasi addebito. Questo il bilancio della prima giornata di...
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Si è anche appreso che i due funzionari dei vigili del fuoco quando parlavano con i candidati ai concorsi e con i loro familiari usavano un linguaggio criptico. Dopo aver dato informazioni sui concorsi aggiungevano «mi devi portare ora due litri di vino o di olio», non nominando quindi le parole «denaro e banconote». Inoltre risulta che De Matteo e Sparaneo, già controllati con intercettazioni telefoniche, erano stati fermati durante un controllo stradale dalla Guardia di Finanza al casello di Castel del Lago. Le fiamme gialle avevano fatto una perquisizione, non casuale ma voluta, per verificare se si concretizzava ciò che avevano intercettato via telefono. Nell'auto con a bordo i due funzionari dei vigili del fuco c'erano delle salcicce e altri alimenti e una borsa con del denaro con tre mazzette da cinquemila euro e dei nominativi. Sparaneo aveva detto che erano diretti a Roma per consegnare il denaro a una figlia che aveva acquistato una casa. Poi una volta superato indenni il controllo nelle successive intercettazioni avevano plaudito alla benevolenza dei finanzieri che avevano deciso di credere alle loro affermazioni, non sequestrando nulla, in particolare il denaro per non destare sospetti e per non far capire che c'erano indagini in corso. Ieri, oltre ai tre ai vertici dell'organizzazione a delinquere, sono stati interrogati dal Gip Landolfi anche Antonio Laverde, 44 anni, originario di Benevento, ma residente in provincia di Roma, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio al Comando generale. In particolare Laverde avrebbe sostenuto la sua estraneità alla contestazione di corruzione che gli viene rivolta. Secondo l'accusa faceva da tramite tra De Matteo e Sparaneo con un componente della commissione di esami rimasto al momento sconosciuto. Si trattava di un concorso per 830 posti di allievi nella Guardia di Finanza. Lo difende l'avvocato Mauro Iodice. Un altro degli indagati, Vito Russo, carabiniere in servizio a Roma, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo difendono gli avvocati Francesca Golia e Salvatore Di Sarno. Nei prossimi giorni saranno poi ascoltati altre tre indagati, destinatari di ordinanze: Alessandro Filippo Lupo, 56 anni, vigile del fuoco e sindacalista, Gialuca Galliano, 45 anni, agente di polizia, che sono stati sospesi dal servizio per un anno. Infine sarà anche ascoltato Edoardo Zolli, 66 anni che è all'obbligo di dimora ad Apollosa, indagato per una sua attività di mediazione tra i concorrenti e i vertici dell'organizzazione. Da questa mattina poi inizieranno presso la caserma della Guardia di Finanza gli interrogatori degli altri 110 indagati, per lo più candidati ai concorsi e i loro genitori. Tra questi anche Angelo Feleppa, consigliere comunale, indagato per vicende collegate al suo ruolo di funzionario dei vigili del fuoco, che è difeso dagli avvocati Vincenzo Sguera e Luca Paglia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino