Benevento - Bracconieri in azione sulle colline di Monterocchetta. Molto dopo la chiusura della stagione della caccia al cinghiale, qualcuno ha pensato bene di procurarsi altri...
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Ma torniamo alla storia di Romeo. La sua «umana», la signora Enza, non si è mai troppo preoccupata quando il micio, un arruffato rubacuori, scompariva per qualche giorno. Affezionato alle poltrone e al camino di casa ma anche amante della libertà, Romeo ha sempre vagato senza problemi nelle campagne e nei boschi di Monterocchetta. Poi è scomparso per settimane, con grande costernazione di Enza e dei suoi familiari. Ma quando era ormai subentrata la rassegnazione, rieccolo. Smagrito e con profonde ferite causate dal cappio che per settimane gli ha stretto l’addome, e che ancora lo stringeva quando il micio è tornato a casa. «Non sappiamo come abbia fatto a spezzare il laccio che bloccava il cappio, possiamo solo ipotizzare - spiega Enza – che lo abbia rosicchiato per settimane, anche perché aveva ferite alla bocca e un dente spezzato. Il veterinario che lo ha operato ci ha detto che è stato fortunatissimo a salvarsi: con il cappio che lo stringeva i suoi organi interni potevano andare in necrosi, e invece non è successo, anche se le ferite erano brutte e profonde». Per lei il sollievo di riavere Romeo ma anche rabbia e indignazione. «Se nel cappio fosse finito per sbaglio il piede di un anziano, non oso pensare a cosa poteva accadere. Mi auguro che le autorità competenti intervengano per mettere fine a questa barbara pratica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino