MONTESARCHIO - «Io e Domenico dovevamo morire insieme. Mio figlio non sarebbe sopravvisuto senza di me». Sono le parole che Luigi Piacquadio ha ripetuto più...
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Una badante assunta privatamente assisteva per qualche ora Domenico, quando il padre doveva allontanarsi per qualche commissione. Era l’unico aiuto anche in seguito alla malattia che ha colpito la seconda moglie di Luigi e zia di Domenico che pure aveva assistito lo sfortunato ragazzo subito dopo la morte della sorella. Una vita difficile quella di Luigi e Domenico che vivevano in simbiosi. Anzi, precisa Claudio Barbato l’avvocato che assiste il funzionario comunale e che ben conosce la vicenda umana di una famiglia ormai distrutta, «Domenico chiamava il padre ogni due secondi, anche di notte». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino