Non è ancora il migliore dei mondi possibili per la movida ma accontentarsi è d'obbligo in questa fase. E se anche De Luca mostra segni di apertura, seppur...
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L'ultimo input per lo start della stagione 2020 è arrivato ieri mattina da Palazzo Santa Lucia. Il governatore ha siglato l'ordinanza numero 53 che ha di fatto esteso gli orari di operatività anche per pub, cocktail bar, chioschi e tutto ciò che orbita attorno al pianeta movida. Per loro le lancette potranno spostarsi in avanti di ben due ore con stop fissato all'una. Rimosso il limite delle 23 che tante polemiche aveva suscitato. C'è però un elemento di novità che potrebbe risultare ancora indigesto: «È fatto divieto di vendita con asporto di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, dopo le 22 da parte di qualsiasi esercizio commerciale (ivi compresi bar, chioschi, pizzerie, ristoranti, pub, vinerie, supermercati) e con distributori automatici» recita l'ordinanza di De Luca che aggiunge: «Dalle 22 alle 6 è fatto divieto di consumo di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, nelle aree pubbliche e aperte al pubblico, ivi comprese le ville e i parchi comunali». Disposizioni che abbattono notevolmente i margini operativi dei locali abituati a furoreggiare tra i vicoli con superfici interne ridotte all'osso e gli spazi pubblici a fare da naturale prosecuzione dell'esercizio. Unica chance concessa da De Luca è la «somministrazione esclusivamente al banco o ai tavoli a partire dalle 22». Formulazione normativa che peraltro genera anche dubbi interpretativi: «Per tavoli si intende solo quelli esistenti nei locali o anche quelli esterni?» domanda Lucio Damaso Massaro, titolare del Sabba in piazzetta Verdi che per il momento ha deciso di non riaprire. «Dall'ordinanza non si capisce esattamente cosa il governatore intenda dire dal momento che il passaggio precedente dispone il divieto assoluto di asporto per consumazione in luoghi pubblici. Purtroppo ancora una volta dobbiamo fare i conti con direttive che non sono soltanto penalizzanti ma anche confusionarie e contraddittorie». Il parziale disgelo di De Luca è arrivato dopo l'ennesimo confronto in videoconferenza con i presidenti delle Camere di Commercio. «Il governatore ci ha anticipato due giorni fa la disponibilità a consentire una maggiore operatività ai locali che si è poi tradotta nell'ordinanza - dice il numero uno dell'ente camerale sannita Antonio Campese - Ritengo che si tratti di un compromesso accettabile tra la tutela sanitaria e l'agibilità delle imprese. La realtà beneventana peraltro presenta specificità che non sono paragonabili a quelle di realtà come Salerno o Napoli e dunque un'apertura di credito èe opportuna. Così come condivido la linea che alla fine è passata di non chiudere aree della città ampie come piazza Risorgimento, scelta che avrebbe determinato il trasferimento delle presenze giovanili altrove».
Piazza Risorgimento che ieri sera è stata al centro delle attenzioni delle forze dell'ordine e dei decisori comunali dopo i noti episodi della scorsa settimana. Complice la pioggia che è caduta insistente per gran parte della giornata, la piazza nelle prime ore della sera si presentava decisamente meno affollata del weekend precedente. In mattinata comunque si tirerà il bilancio complessivo in vista di eventuali provvedimenti sotto il coordinamento della prefettura. In serata si è svolto anche il confronto tra le associazioni e i movimenti promosso da Confcommercio. La pioggia ha costretto gli organizzatori a traslocare da piazza Vari al Piccolo Teatro Libertà di via Santa Colomba, struttura messa a disposizione in tempi record dal Comune. Negli interventi susseguitisi fino a tarda ora evidenziate le profonde criticità degli esercenti beneventani e del mondo socio-economico cittadino. Le risultanze dell'incontro faranno da base al canovaccio di richieste di aiuti da inviare in Regione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino