Ponte Maurella riemerge dalle sponde del fiume Calore

Ponte Maurella riemerge dalle sponde del fiume Calore
Non solo il sottosuolo, ma ora anche le acque del fiume Calore, proprio nei pressi del ponte di Vanvitelli che collega con viale Principe di Napoli, «regalano» reperti...

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Non solo il sottosuolo, ma ora anche le acque del fiume Calore, proprio nei pressi del ponte di Vanvitelli che collega con viale Principe di Napoli, «regalano» reperti storici ritenuti importanti dagli esperti. La conferma di una enorme ricchezza archeologica che può vantare il capoluogo sannita, spesso non conosciuta oppure dimenticata o poco valorizzata. Proprio in queste ore, nell'ambito dei lavori di pulizia e arginatura del fiume, nella zona compresa tra piazza Bissolati e via Lungocalore Manfredi di Svevia, stanno emergendo diverse strutture che si trovavano agli argini o addirittura proprio sul fondo del corso d'acqua, affiorati a causa anche della siccità di questo periodo estivo. In alcuni casi potrebbe trattarsi anche di reperti buttati nel fiume dopo crolli o altro. Allo stato attuale si va avanti solo a livello di ipotesi, in quanto i lavori sono in pieno svolgimento e non si prevedono nemmeno tempi brevi, vista anche la delicatezza del tipo di intervento e la necessità di approfondire quello che potrebbe essere un altro rinvenimento rilevante. 

«Stiamo seguendo - dice Simone Foresta, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio per le province di Benevento e Caserta - con la presenza di specialisti del settore, con molta attenzione i lavori e devo dire che stanno emergendo delle strutture molto interessanti che ci accingiamo a documentare anche per studiare il periodo e tutto il resto, per poter meglio capire di cosa si tratta, ricostruendo anche utilizzo e altro. Di sicuro, si tratta di una scoperta molto importante e che va a testimoniare, o meglio, confermare della vita che all'epoca romana e medievale si svolgeva lungo il corso del fiume Calore, ma anche del Sabato che, come noto, costeggia la zona Santa Clementina dove proprio in questi mesi è venuta alla luce la necropoli romana nei pressi del ponte Leproso. Non escludiamo che le strutture venute fuori dall'acqua possano essere resti di qualche monumento o palazzo romano, ecco perché per adesso è difficile sbilanciarsi».

I lavori di arginatura curati dal Comune, hanno riportato alla luce anche una struttura già nota in città (ci sono foto storiche anche su internet), il famoso ponte della Maurella, andato nel dimenticatoio perché ricoperto da una foltissima vegetazione a dispetto della sua acclarata rilevanza storica. La Soprintendenza, alla presenza di un archeologo ha fatto ripulire proprio questi ruderi per poter rivedere le strutture, fare un nuovo rilievo, un disegno, fotografarlo e documentarlo.

«Non si tratta - ha spiegato Foresta - di un'opera di epoca romana, ma credo sia una struttura medievale, probabilmente legata allo sfruttamento delle acque del fiume e che serviva anche da collegamento con la zona della chiesa di Santa Lucia in via San Pasquale, considerato che anche dall'altra sponda del Calore sono stati rilevati in passato, in base alla documentazione, altri ruderi appartenenti al ponte. Proprio nei pressi stiamo seguendo la scoperta di reperti che si trovavano sugli argini del fiume stesso. L'auspicio, comunque, è che il ponte Maurella resti visibile anche nei prossimi mesi e che almeno in quel punto periodicamente venga effettuato un lavoro di pulizia». 

Secondo ricerche effettuate su testi d'epoca nei pressi del ponte dovrebbe esserci anche un vecchio mulino, oltre ad altre costruzioni d'epoca di rilevante importanza. Da segnalare, intanto, la tempestiva presa di posizione del gruppo «Benevento Città Nascosta» che sui social vanta alcune migliaia di iscritti che chiede all'amministrazione comunale di prendere in considerazione un progetto per la conservazione e sfruttamento del suggestivo ponte della Maurella che incredibilmente dopo anni e anni di abbandono, era stato dimenticato ed appunto sepolto. Nella nota si mette in risalto anche l'importanza archeologica di quel tratto di fiume chiedendo, dunque, una cura maggiore e costante.

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Il Mattino