Provincia, voto il 28 luglio ma esplode la polemica

Provincia, voto il 28 luglio ma esplode la polemica
Elezioni provinciali, è già bagarre. L'uscente Nino Lombardi convoca la consultazione per il 28 luglio e avvia la caldissima campagna elettorale per il rinnovo...

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Elezioni provinciali, è già bagarre. L'uscente Nino Lombardi convoca la consultazione per il 28 luglio e avvia la caldissima campagna elettorale per il rinnovo della carica presidenziale. Immediata e dura la reazione del Partito democratico: «Una decisione ai limiti della irresponsabilità» cannoneggia pronto il leader provinciale dei dem Giovanni Cacciano. E anche nel centrodestra si annunciano nuovi venti di crisi, malgrado il confortante riscontro (nazionale) dello schieramento alle amministrative di domenica.

A dare la stura alle fibrillazioni è stato lo stesso numero uno di fatto della Rocca: «Indetti per il 28 luglio 2022, giovedì, i comizi elettorali per l'elezione di secondo grado del presidente della Provincia» ha comunicato ieri il vicepresidente facente funzioni. «Il decreto - ricordava Lombardi - fa seguito alla disposizione del prefetto circa la decadenza, a far data dal 13 giugno, del presidente Antonio Di Maria». Un passaggio consequenziale, dunque, un atto dovuto. Ma perché tanta fretta rispetto ai 90 giorni assegnati da Torlontano, che avrebbero consentito di indire l'importante appuntamento entro il 13 settembre? In realtà, al netto di qualche fisiologica ma velleitaria ambizione, non ci sono mai stati grossi dubbi sulla designazione del sindaco di Faicchio. Fanno fede le dichiarazioni rilasciate al Mattino da Clemente Mastella lo scorso 4 giugno, al termine della convention centrista di Napoli: «Nino Lombardi ha guidato la Provincia in un momento difficile con equilibrio e capacità, è il candidato naturale».

Domani alle 12,30 il vernissage ufficiale nel quartier generale Ndc di via Aldo Moro, al quale prenderà parte anche il coordinatore provinciale di Essere democratici Raffaele Del Vecchio. Ndc si presenta forte dei riscontri di domenica al voto del 28 luglio al Palatedeschi. Già varato lo scadenzario degli adempimenti in vista della consultazione.

Entro il 29 giugno dovranno pervenire alla Rocca le comunicazioni dei Segretari generali dei 78 municipi sanniti relative al corpo elettorale. Ovvero la platea aggiornata degli aventi diritto (sindaci e consiglieri comunali) dopo il voto di domenica. Il punto di partenza vero sul quale costruire le candidature presidenziali. Il vademecum elettorale chiarisce che occorrono firme a supporto della nomination in misura non inferiore al 15 per cento del corpo elettorale. E dunque poco meno di 150 autografi da raggranellare all'interno dei consessi municipali, numero che potrebbe piombare sul nascere le ambizioni di candidatura degli schieramenti alternativi a quello neocentrista che appare nettamente favorito. Ed è già polemica politica. La brusca accelerazione imposta da Lombardi non convince affatto il Pd: «Una decisione palesemente improvvida, senza precedenti nella storia delle consultazioni elettorali non solo locali, ai limiti della irresponsabilità - commenta senza perifrasi il segretario provinciale Giovanni Cacciano - Non vedo ragioni che possano spiegare la individuazione di una data nel bel mezzo dell'estate, in inspiegabile anticipo rispetto al termine ultimo dei 90 giorni assegnati dal prefetto. Lombardi dovrebbe spiegare quali sono le ragioni di una simile scelta».

Cacciano nega che alla base della dura sortita ci siano difficoltà dello schieramento di centrosinistra: «Non vedo quali potrebbero essere. Non più tardi di domenica abbiamo eletto due sindaci e numerosi altri amministratori realmente esponenti del partito. Il Pd ha già un terzo dei consiglieri provinciali e sarà in campo da protagonista alle elezioni per la presidenza». Ma è già dibattito anche nel centrodestra: «I risultati delle amministrative di domenica hanno indicato la strada anche a noi - dichiara il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Domenico Matera - Laddove il centrodestra si presenta unito, la vittoria arriva. Gli elettori pertanto ci impongono di tornare al tavolo anche nel Sannio». Ma da Forza Italia arriva la doccia gelata del leader Francesco Maria Rubano: «Non ci si può ricordare della coalizione a giorni o ad enti alterni. Se tavolo ci sarà, lo decideranno i vertici regionali delle forze politiche, non altri».

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Il Mattino