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In attesa dei prossimi riti settennali di penitenza in onore dell'Assunta, in programma dal 19 al 25 agosto, la comunità di Guardia Sanframondi dà inizio al suo cammino di preparazione con la missione popolare. Un fitto elenco di iniziative, da domani al 10 marzo, che culminerà con la concelebrazione eucaristica del vescovo diocesano don Giuseppe Mazzafaro.
«L'intera comunità parrocchiale deve essere protagonista di questo evento - si legge nella lettera firmata dal parroco don Giustino Di Santo -. I primi a essere coinvolti direttamente saranno i membri dei Comitati rionali, già impegnati nell'allestimento dei Misteri e nell'organizzazione delle varie processioni. Devono essere consapevoli che il "rione" nella cornice dei Riti non è sinonimo di competitività e di rivalità, ma di organizzazione popolare, per rendere plenaria la partecipazione e generale il coinvolgimento di tutti».
Poco più di 2.500 giorni, 7 anni. Tanto passa da un settennio all'altro e non è semplicistico affermare che i guardiesi scandiscano la propria vita di settennio in settennio, in funzione di quei riti, segnati da tempi e ritmi ben precisi: le processioni di comunione e penitenza dei 4 rioni, dal lunedì al venerdì, la processione del clero e delle associazioni cattoliche, il sabato, con il rito dell'apertura della lastra della nicchia che custodisce l'immagine dell'Assunta fino ad arrivare alla processione generale della domenica, quando tutti i guardiesi, donne, uomini, bambini e anziani possono rivolgere il loro ringraziamento alla Vergine Assunta attraverso le varie forme di penitenza. Ogni rione ordina i propri misteri, rappresentazioni allegoriche delle sacre scritture e delle vite dei santi, che convergono alla volta del santuario. Una volta che tutti i rioni sono giunti sul sagrato della basilica, si celebra la santa messa. Al termine della funzione ha inizio la processione generale. Preceduto dai «Campanelli», si forma il corteo processionale che vede, nell'ordine, i 4 rioni, Croce, Portella, Fontanella e Piazza, ognuno preceduto dal proprio stendardo.
I sacri campanelli ogni volta che si oltrepassano i confini di un rione passano nelle mani dei rappresentanti del quartiere. Quando lo stendardo del primo rione si trova nella zona periferica di via Campopiano, comincia a uscire dalla chiesa la statua dell'Assunta. L'annuncio è dato da un colpo di mortaretto esploso dalla sommità del castello. In quel preciso momento tutti i fedeli, seminati lungo tutte le stradine dell'abitato, si genuflettono e si segnano con la croce. La statua viene portata a braccia dai sacerdoti fino all'uscita della chiesa per essere poi presa dai fedeli.
Disposti in una lunga fila a due, reggendo in una mano un crocifisso, incappucciati e vestiti con un saio bianco, modificato e aperto sul davanti, si battono il petto con la «spugna», un pezzo di sughero circolare nel quale sono stati opportunamente sistemati degli spilli le cui punte fuoriescono dal sughero per circa 2 millimetri, ulteriormente distanziati alla base con uno strato di cera. Il tutto a testimonianza di un patrimonio di altissimo valore storico e religioso che sopravvive senza alcun segno di erosione. Un evento di non facile comprensione, che invita in ogni caso a una riflessione, per chi crede come per chi non crede.
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