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Servizi potenziati per l'ospedale di Sant'Agata de' Goti che risorgerà a nuova vita. La fumata bianca per il «Sant'Alfonso Maria de' Liguori» è arrivato ieri nel corso dell'incontro a palazzo Santa Lucia tra il presidente della Regione Vincenzo de Luca e i direttori generali di Asl azienda ospedaliera «San Pio» Gennaro Volpe e Mario Ferrante.
Oltre a confermare tutte le funzioni già attivate in precedenza, in base al famigerato decreto 41/2019 che aveva sancito la conservazione di 96 posti letto e dell'unità di Pronto soccorso, è stato predisposto il potenziamento dell'ospedale, attraverso la creazione del polo oncologico, in collaborazione con il «Pascale» di Napoli e con l'oncologo Paolo Ascierto e del polo riabilitativo per la lungodegenza, dotato delle più moderne tecnologie. Il polo oncologico assumerà un ruolo strategico, non solo per il Sannio, nella cura delle malattie neoplastiche, sia per la collaborazione con il Pascale e con Ascierto che per la vicinanza geografica tra Sant'Agata e la «Terra dei fuochi». Sarà compito del manager Ferrante portare a termine l'iter, già avviato da tempo, di potenziamento del parco dei macchinari necessari alla diagnosi e alla cura dei tumori, e di reclutamento del personale sanitario per l'unità oncologica e di lungodegenza. Invece, nell'altra ala del presidio ospedaliero, l'Asl provvederà alla realizzazione dell'ospedale di comunità e di una «casa della salute» dotata di un poliambulatorio.
Nel corso dell'incontro, cui hanno partecipato anche il sindaco di Sant'Agata de' Goti Salvatore Riccio e il presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito, sono stati messi punti fermi di vitale importanza sull'immediato futuro della struttura. «Sicuramente è un passo importantissimo dice Volpe che consentirà alla nostra provincia di essere forse la prima, a livello nazionale, a mettere in atto importanti attività nell'ottica di attuazione del Pnrr, con un'attivazione dei nuovi servizi in tempi brevissimi.
Le decisioni prese ieri in Regione dovrebbero scrivere la parola fine in calce a tutte le lotte messe in atto da circa un decennio. Lotte che hanno coinvolto le amministrazioni comunali che si sono avvicendate, e gli attivisti del luogo, tra i quali, il «Movimento civico per l'ospedale» costituitosi a fine agosto che, nei giorni scorsi, aveva chiesto alla politica di agire per garantire il futuro del «Sant'Alfonso». Lotte condivise dai vescovi delle aree interne, tra i quali monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, scesi in campo il 22 ottobre contro la chiusura di ospedali e presidi periferici, e fortemente motivati alla creazione di case della salute, già efficacemente sperimentate in molte zone d'Italia.
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