Santa Clementina, nuovi scavi per ritrovare l'Appia antica

Santa Clementina, nuovi scavi per ritrovare l'Appia antica
Il terzo saggio di scavi a Santa Clementina per ritrovare l'Appia antica potrebbe essere quello risolutivo. Tecnici e archeologici, infatti, nelle ultime ore hanno riportato...

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Il terzo saggio di scavi a Santa Clementina per ritrovare l'Appia antica potrebbe essere quello risolutivo. Tecnici e archeologici, infatti, nelle ultime ore hanno riportato alla luce un muro e un reticolato di epoca romana. Una traccia che potrebbe essere decisiva e propedeutica alla scoperta della regina viarum che costituisce l'obiettivo primario del progetto fortemente voluto dalla Soprintendenza di Benevento e Caserta, e che è stato finanziato interamente dal Ministero ai Beni Culturali. C'è massimo riserbo da parte degli addetti ai lavori, in particolare dell'archeologa Stefania Ferrante che sta operando sul campo, anche perché il ritrovamento costituisce solo «l'inizio di un cammino». Rappresenta, infatti, solo un primo passo, ma dalla soddisfazione mostrata dagli esperti, si palesa la concreta possibilità che la strada sia quella giusta, visto che si cercavano proprio il reticolato e il muro che erano avvolti dalle enormi radici di un albero di alto fusto. Ciò avalla il fatto che gli studi precedenti erano quelli giusti, come l'input arrivato dal presidente del comitato di quartiere Santa Clementina, Claudio Rocco, profondo conoscitore di tutti i segreti della zona.

Nei prossimi giorni si continuerà a scavare in questo sito sperando di arrivare ai basoli e poter finalmente visionare il tracciato dell'Appia antica che resta un mistero per gli studiosi di storia antica del capoluogo, considerato che è stato solo acclarato che portasse fino al ponte Leproso, ma manca il tracciato. Il reticolato e il muro sono stati ritrovati a oltre due metri dal manto stradale. Non c'è un cronoprogramma definito, ma è probabile che prima di andare più a fondo ci sia un altro stop, non lungo, in modo da studiare in maniera approfondita i frammenti riportati alla luce in settimana.  

«Come ho avuto modo già di ribadire qualche giorno fa, abbiamo tutta l'estate a disposizione per scoprire dice Simone Foresta, responsabile della Soprintendenza per Benevento la vera e, riteniamo, importante identità archeologica di Santa Clementina. Il terzo saggio ha dato dei primi risultati ma è ancora presto per parlare. È evidente che, se abbiamo scelto di fare degli scavi in quella zon,a è perché crediamo che possano arrivare risultati importanti. Sarà fondamentale anche ricostruire il percorso dell'Appia antica, capire come e da dove entrava nella vecchia città di Benevento».

I precedenti due saggi erano stati effettuati nei pressi del mausoleo, un grosso rudere dove si sono svolte indagini importanti e rilevato delle novità, per capire quando è stato costruito e, soprattutto, che rapporto aveva con il possibile tracciato dell'Appia antica. Poi, un altro scavo in corrispondenza del vecchio cimitero e, anche lì, è stata rilevata una sequenza stratigrafica importante anche se complicata da ricostruire perché soggetta a esondazioni e varie alluvioni del fiume confinante che, quindi, ha cambiato di molto il suo aspetto». 

La nuova scoperta, comunque, al di là se si tratta o meno di attinenza con l'Appia antica, ha ampliato l'archivio dei tesori archeologici di Santa Clementina, zona per la quale effettivamente bisogna predisporre un piano articolato di valorizzazione e rilancio che è ricca di storia e misteri. «Il territorio di Santa Clementina - dice l'esperto Maurizio Bianchi - deve il suo nome alla chiesa omonima precedentemente intitolata a Santa Maria da Gerusalemme e consacrata in un periodo che risulta tuttora imprecisabile. Si tratta di una zona dalla importanza storica indiscutibile, si usciva dalla Benevento antica passando per questa zona attraversata dalla consolare via Appia e costeggiata, in epoca romana, di steli e cippi funerari di ogni genere che oggi troviamo reimpiegati in molti edifici della città. Basterebbe questo per renderla interessante ma c'è molto altro». 

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Il Mattino