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Abuso d'ufficio, abuso edilizio e falso in atto pubblico: questi i reati che la Procura di Cassino contesta al sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro, notaio con studio a Benevento, ai consiglieri di maggioranza del comune isolano Pasquale Bernardo con delega al bilancio, Umberto Matrone, Luciano Nicolella, Ermanno Taliercio, Aurelio Matrone e ai funzionari di area presso il Comune Valerio Carlin, dimissionario e responsabile dei Lavori Pubblici, Francesco Romagnoli, responsabile area 3 e 6, e Antonina Roda, responsabile area 2 finanziaria. Il sostituto procuratore Marina Marra, magistrato titolare delle indagini unitamente al procuratore capo Luciano d'Emmanuele, ha disposto l'avvio delle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Formia in stretta collaborazione con i colleghi del Reparto Aeronavale di Gaeta, a seguito di una denuncia presentata presso la Procura di Cassino dall'attuale consigliere d'opposizione Modesto Sportiello, eletto nelle fila della maggioranza, che per un anno ha ricoperto la carica di vice-sindaco e assessore ai trasporti al Comune di Ventotene. Sportiello, co-titolare di una concessione demaniale marittima con la quale viene gestita un'attività portuale, nella querela ha illustrato all'autorità giudiziaria una serie di comportamenti che il sindaco Santomauro e alcuni componenti della sua giunta - che avranno modo di dimostrare la loro estraneità alle accuse - avrebbero messo in atto; comportamenti, a suo avviso, finalizzati all'estromissione del collega dal consesso civico.
Sportiello nel lungo esposto ha ricostruito quanto accaduto nella vita politica e amministrativa dell'isola negli ultimi tre anni.
Sei mesi di indagini serrate conclusesi nei giorni scorsi con la richiesta di rinvio a giudizio di 9 persone. La «cacciata» dell'ex vice sindaco dalla giunta avrebbe avuto inizio con la strana «scomparsa» dagli archivi comunali di tutte le autorizzazioni da lui ottenute nei 12 anni precedenti e delle ricevute di pagamento dei tributi. Le certificazioni e i documenti rilasciati dai funzionari oggi indagati evidenziavano un presunto debito da parte di Sportiello dall'ammontare di oltre 100mila euro. In pratica per l'ufficio tributi del Comune, Modesto Sportiello, era debitore verso lo Stato e quindi, come previsto dal regolamento comunale, non avrebbe potuto più ricoprire il ruolo di amministratore pubblico. Per questo era arrivata la diffida e la messa in mora da parte della dirigente dell'ufficio tributi e, secondo l'accusa, con minaccia da parte del sindaco di una verifica fiscale della Guardia di Finanza. Con lo stesso modus operandi, secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati avrebbero tentato di revocare le concessioni demaniali marittime, di cui lo Sportiello è contitolare, assieme alla consorte, sin dal 2005, e ciò nonostante fossero già intervenuti atti di proroga della concessione da parte del Comune nel 2019 nonché provvedimenti giudiziari che, nel tempo, hanno confermato a piena legittimità delle concessioni demaniali. I 9 indagati, che si sono visti notificare l'avviso di conclusione delle indagini, avranno ora venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive e chiedere di essere sottoposti a interrogatorio di garanzia nel corso del quale avranno modo di chiarire la loro posizione davanti e di dimostrare l'estraneità alle accuse mosse nei loro confronti.
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Il Mattino