Spaccio di droga «itinerante», tre arresti e obbligo di firma

Spaccio di droga «itinerante», tre arresti e obbligo di firma
Un uomo è finito in carcere e due ai domiciliari, mentre un quarto è stato sottoposto all'obbligo di firma. È il risultato di una lunga e attenta...

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Un uomo è finito in carcere e due ai domiciliari, mentre un quarto è stato sottoposto all'obbligo di firma. È il risultato di una lunga e attenta indagine, coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga tra le province di Benevento, Avellino e Caserta. Gli arresti sono stati effettuati dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio con l'ausilio di unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Sarno (provincia di Salerno). La misura cautelare è stata applicata, all'alba di ieri mattina, nei confronti di un 45enne di San Felice a Cancello che è stato condotto in carcere e di due uomini, rispettivamente un 39enne di Arienzo e un 51enne di Castelvolturno, finiti agli arresti domiciliari.

Come sottolineato dai carabinieri, i tre «sono gravemente indiziati - allo stato delle indagini preliminari - di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. È scattato l'obbligo di firma, invece, per un 26enne di San Felice a Cancello al quale è stato contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio. Stando alle ricostruzioni fornite dagli inquirenti, il gruppo operava in valle Caudina, soprattutto tra Montesarchio, Cervinara, Rotondi e Arpaia, nell'attività di spaccio di stupefacenti. L'indagine è cominciata nel novembre del 2019 e si è conclusa a settembre 2020. Le attività investigative hanno consentito ai militari di accertare l'operatività dell'associazione criminale dedita all'attività di spaccio di stupefacenti di differenti tipologie: in particolare hashish, crack e cocaina.

Inoltre, le indagini hanno fatto emergere che le cessioni di droga venivano effettuate seguendo uno schema definito «itinerante», quindi privo di una sede fissa. Infatti, secondo le ricostruzioni dei carabinieri il pusher incaricato raggiungeva direttamente ciascun acquirente presso un luogo ben preciso per incontrarsi e sempre diverso. Questo però veniva stabilito e indicato di volta in volta. Inoltre, i militari hanno evidenziato che ogni incontro era preceduto da contatti telefonici, di brevissima durata, nel corso dei quali, con un linguaggio «criptico e convenzionale», si pattuiva il quantitativo di sostanza oggetto della cessione e si stabiliva il luogo dell'appuntamento.

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Il Mattino