Stazione centrale sbloccata l'impasse, a marzo via ai lavori

Il progetto di Rfi prevede un investimento complessivo da 30 milioni finanziati con il Pnrr

Il progetto
Passa anche per Vitulano-Cautano la strada che porterà al restyling della Stazione centrale. Sarà nei due centri sanniti celebri per i pregiati marmi che Rete...

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Passa anche per Vitulano-Cautano la strada che porterà al restyling della Stazione centrale. Sarà nei due centri sanniti celebri per i pregiati marmi che Rete Ferroviaria Italiana dovrà individuare un esperto in grado di stabilire la provenienza dei materiali da sostituire quando avrà inizio il cantiere. Ovvero tra un mese: «Partiranno a marzo i lavori per la riqualificazione della stazione, progetto di Rfi che prevede un investimento complessivo da 30 milioni finanziati con il Pnrr», ha annunciato Palazzo Mosti al termine del summit con il soprintendente reggente Gennaro Leva e con i tecnici di Rfi, guidati da Antonello Martino. Ma la fumata bianca si è levata da via Annunziata non senza trepidazioni. Il dirigente ministeriale ha fatto valere fino in fondo le prerogative di tutela del patrimonio storico della città. Edificato nel 1867, ricostruito dopo i bombardamenti del secondo dopoguerra, il Fabbricato viaggiatori non è un edificio come gli altri. Dal giugno 2019 la Soprintendenza vi ha posto il vincolo sancito dal Codice dei beni culturali, sottraendo il bene a improvvide manomissioni che avrebbero modificato irrimediabilmente la quinta scenica caratterizzante il rione Ferrovia.

Nel 2019 muoveva i primi passi anche il maxi restyling della Stazione centrale, promosso da Rfi nell'ambito di un piano nazionale che trasformerà i vecchi scali in hub multiservizi. Quello beneventano diventerà sede di residenze universitarie, crocevia commerciale e snodo della mobilità sostenibile, integrandosi con il rifacimento del piazzale dove è previsto il riassetto della viabilità a vantaggio dell'accessibilità e l'installazione di una creazione di Mimmo Paladino dedicata al mito delle Streghe. Un mix che sfiora i 30 milioni d'investimento a carico di Rfi, con il Comune nelle vesti di osservatore interessato e paziente mediatore. Incisiva l'azione di ricucitura condotta ieri dal sindaco Clemente Mastella, insieme all'assessora Molly Chiusolo, al dirigente Antonio Iadicicco, e alla responsabile del procedimento Antonella Moretti. Il sì di Leva è stato strappato, come da accordo finale, «a condizione che, prima della rimozione, venga eseguito un rilievo accurato dei marmi esistenti, numerandoli e classificandoli, ai fini di una loro futura collocazione anche in ambienti diversi». «Operazione che dovrà essere eseguita - ha ammonito il funzionario ministeriale - sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza». Rilievi cogenti anche per quanto riguarda altri ambienti dell'immobile che dovrà essere ricostruito a causa dello scarso indice di resistenza sismica (0,8). Per dare il via libera al cantiere, Leva ha preteso che vengano eseguiti «rilievi geometrici dei vani scala e la classificazione di tutti i materiali di rivestimento (marmi e corrimano), al fine che la ricostruzione delle scale sia fedele».

«Abbiamo firmato un accordo che apre le porte a uno degli investimenti più importanti degli ultimi anni per la città - commenta Mastella - Con la firma del protocollo, gli ostacoli sono superati e a marzo il cantiere potrà partire. Un passaggio decisivo perché Benevento diventa hub dell'Alta Velocità. Così spezziamo la catena dell'isolamento infrastrutturale. L'opera diventerà poi un'attrazione turistica con la installazione artistica sulle Streghe del maestro Paladino». Il primo cittadino ha poi evidenziato come «con altro finanziamento correlato, verrà eliminato il passaggio a livello di via Valfortore e realizzato l'Asse interquartiere che collegherà la parte alta della città con rione Ferrovia e con la Rotonda dei Pentri».



Il vertice ha permesso di affrontare anche il nodo piazza Piano di Corte, altro fronte caldo nei rapporti tra Comune e Soprintendenza. Lo staff tecnico di Palazzo Mosti guidato da Iadicicco ha confermato a Leva che quanto fin qui realizzato è da considerare un assetto provvisorio del cantiere non ancora ultimato, indotto peraltro dai ritrovamenti archeologici. Si annunciano modifiche sia per quanto riguarda gli invisi lampioni a doppio braccio, sia sui dissuasori che saranno rimossi senza che gli stessi abbiano danneggiato in alcun modo la pavimentazione.
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Il Mattino