Montesarchio, addio tra le lacrime a Domenico, il disabile ucciso dal papà

Montesarchio, addio tra le lacrime a Domenico, il disabile ucciso dal papà
«Oggi è solo un momento di dolore e di sconforto per la famiglia di Domenico e per il papà Luigi». Così don Silvio Pepiciello ha iniziato la...

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«Oggi è solo un momento di dolore e di sconforto per la famiglia di Domenico e per il papà Luigi». Così don Silvio Pepiciello ha iniziato la celebrazione dei funerali di Domenico Piacquadio il 38enne disabile ucciso dal padre. Un’omelia breve quella tenuta dal sacerdote affianco alla bara bianca, mentre al centro del corridoio della chiesa dell’Annunziata un cagnolino è stato accucciato per tutto il tempo della celebrazione quasi a guardia dello sfortunato ragazzo.


Don Silvio, nell’omelia, ha rimarcato la necessità in questo particolare momento in cui la famiglia ha vissuto e vive una tragedia umana, di esprimere «conforto al papà che ha compiuto un gesto così forte forse in un momento di follia». E quindi ha invitato i familiari a chiedere le autorizzazioni ai giudici per «poter parlare ed essere vicini a Luigi, quel papà che forse era disperato». E poi nella stessa omelia ha detto di voler anche lui stesso recarsi in carcere «per essere vicino e dare conforto a Luigi, un papà disperato. La misericordia del Signore è infinita e va al di là di qualunque atto e momento di follia».

Il sacerdote sottolineando che «Domenico per quanto ha vissuto già è in Paradiso», ha soprattutto rimarcato che «nessuno può mettersi in posizione di giudizio in questa tragica vicenda umana». Ma don Silvio si è anche chiesto durante l’omelia il perchè siano mancati aiuti ad una famiglia ormai distrutta. «Dobbiamo interrogarci tutti noi - ha detto il celebrante - se potevamo fare qualcosa per questa famiglia e non siamo riusciti a fare nulla. Quanto accaduto ci sia di esempio. Dobbiamo farci carico noi tutti per tornare ad essere veramente cristiani e fratelli. Un genitore non può e non deve avere paura che se un figlio disabile resterà solo nessuno potrà occuparsi di lui».


Una cerimonia funebre celebrata con estrema riservatezza. Domenico è entrato ed uscito dalla chiesa chiuso nella sua bara bianca in silenzio. Forse troppo. Come lo stesso silenzio in cui è vissuto e, senza l’ultimo saluto del padre. Quel papà che viveva in simbiosi con lui e che ha deciso di togliergli la vita «per il troppo am Leggi l'articolo completo su
Il Mattino