Vertenza stadio, schiaffo a Vigorito solo 600mila euro

La società chiedeva al Comune 4 milioni per i lavori allo stadio

Lo stadio di Benevento
La vertenza in corso tra Benevento Calcio e Comune si avvia verso la conclusione, almeno per quel che riguarda il primo grado. Bisognerà comunque attendere la sentenza, ma...

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La vertenza in corso tra Benevento Calcio e Comune si avvia verso la conclusione, almeno per quel che riguarda il primo grado. Bisognerà comunque attendere la sentenza, ma con il deposito della perizia definitiva, da parte del Ctu Gerardo Marco Di Pietro, può considerarsi effettuato il passo decisivo in ordine al raggiungimento della decisione.

Il consulente tecnico d'ufficio «estraneo al territorio e al contesto» nominato dal giudice del Tribunale di Benevento Gerardo Giuliano per tentare di dirimere la questione, ha quantificato in 600 mila euro circa la cifra che Palazzo Mosti dovrà riconoscere al club giallorosso, a titolo di rimborso per le spese relative ai lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria sostenute presso lo stadio "Ciro Vigorito" a partire dal 2017, più altri 100 mila euro a carico della commissione straordinaria di liquidazione dell'ente comunale, per lavori ante-dissesto, realizzati a partire dal lontano 2007. Una cifra ben inferiore al milione di euro che il Comune di Benevento avrebbe proposto in via transattiva prima della citazione in giudizio e che stando a quanto affermato da fonti interne all'ente sarebbe stata rifiutata dalla società sannita.

La querelle viaggia su due binari paralleli: uno giudiziale e l'altro comunicativo. Il legale del Benevento Calcio, l'avvocato Teodoro Reppucci, ha infatti sempre smentito la ricostruzione del Comune: «Non ci è mai stata fatta alcuna proposta transattiva. Anzi - spiega Reppucci - siamo noi che nei mesi scorsi, a procedimento giudiziario già avviato e in accoglimento di un invito del giudice, abbiamo avanzato una proposta di accordo bonario, alla quale il Comune non ha mai risposto. È tutto scritto nelle carte». Dal Comune replicano che tale proposta era stata inoltrata direttamente ad Oreste Vigorito in una fase in cui Reppucci non era stato ancora investito della cura degli aspetti legali, considerato che nessuno immaginava si potesse finire in Tribunale. Fatto sta che la richiesta iniziale del club giallorosso per il riconoscimento del presunto credito vantato, ammontava a 3,5 milioni di euro più iva, per un totale di 4 milioni e 200 mila euro.

La versione del Comune di Benevento è sempre stata che la documentazione (fatture e altro) che attesta quei lavori non sarebbe completa e quindi solo una parte di questi risulterebbero effettivamente certificati. Il Benevento dal canto suo ha sempre sostenuto di aver eseguito alla lettera le indicazioni delle amministrazioni che si sono alternate e di aver ricevuto ampie rassicurazioni riguardo allo scomputo dell'importo sui canoni per gli anni a venire. In effetti le determinazioni cui è giunto il consulente del Tribunale sembrano andare in quella direzione: solo 100 mila euro attestati per i lavori relativamente al periodo 2007/2016 (durante il sindacato di Fausto Pepe) a fronte dei 600 mila per quelli successivi, tutti riferibili a opere avviate e concluse nel corso dell'amministrazione Mastella.

La trasmissione della perizia definitiva è avvenuta solo martedì e Reppucci non ha avuto ancora modo di studiarla in maniera approfondita, per cui si è riservato di commentarla. Tuttavia, la quantificazione del rimborso tiene conto pure del rapporto dare-avere: da Palazzo Mosti reclamano 1 milione e 290 mila euro per il mancato saldo dei canoni concessori pregressi dal 2007 a oggi (280 mila euro), delle utenze relative alle forniture di acqua, luce e gas (685 mila euro), della Tari (241 mila euro), più ulteriori 110 mila euro per i canoni della struttura in forza della nuova convenzione stipulata a luglio 2020. Come se al Benevento Calcio, in totale, fossero stati riconosciuti 1 milione 990 mila euro (1 milione 290 mila più 600 più 100) a fronte di una richiesta di 3 milioni e mezzo, più o meno il 55 per cento di quanto sborsato in totale dalla famiglia Vigorito per rendere lo stadio quello che è oggi. La prossima udienza è fissata a settembre 2023: le parti hanno facoltà di chiedere un rinvio per fare un nuovo tentativo di accordo, oppure sarà il giudice a rinviare per la precisazione delle conclusioni.
 

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Il Mattino