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Torna l'incubo tetracloroetilene dai rubinetti. Mezza città deve fare a meno dell'acqua potabile da ieri sera, quando Gesesa e Comune hanno dato notizia del rinvenimento di valori superiori al consentito nei campioni prelevati dall'Asl presso il boccapozzo di Pezzapiana.
«Vista la nota dell'Asl delle 19.51 - ha comunicato Gesesa - è vietato utilizzare l'acqua ad uso potabile nelle zone rione Libertà, rione Ferrovia, rione Triggio, rione Santa Maria degli Angeli, centro storico, corso Garibaldi e traverse fino a piazza Guerrazzi, rione Ponticelli, contrada San Vito, contrada Pezzapiana, contrada San Marco, contrada San Chirico, contrada Acquafredda, contrada Ripamorta, contrada Ripazecca, contrada Torre Alfieri, Epitaffio, Monte Pino, via Castelpoto, contrada Ciancelle, contrada Serretelle, contrada Gran potenza, contrada Madonna della Salute, contrada Montecalvo». Contestualmente è scattata l'ordinanza di divieto del sindaco Clemente Mastella che ha «demandato alla Gesesa di adottare ogni strumento per garantire alle zone della città interessate dall'ordinanza la disponibilità della risorsa idrica per uso potabile».
Un fulmine a ciel sereno caduto sulla parte bassa della città. Da tempo non si registravano superamenti dei valori massimi consentiti pari a 10 microgrammi per litro, e anche le ultime rilevazioni non facevano emergere innalzamenti dei parametri di contaminazione. Peraltro, come evidenziato da Gesesa, il campo pozzi in questione è rimasto inattivo ieri per gran parte della giornata, così come accade ormai costantemente. In precedenza era già stato disattivato il punto di prelievo di Campo Mazzoni, colpito da problematiche analoghe.
La erogazione alle utenze è stata assicurata senza soluzione di continuità grazie all'attingimento al massimo della portata al partitore di San Vitale della fornitura proveniente dal Biferno (Molise). Fondamentale inoltre si è rivelato l'apporto del serbatoio di San Vito per evitare improvvisi black out. In serata quindi si è optato per la riapertura del campo pozzi di Pezzapiana per non lasciare a secco i circa 30mila utenti che risiedono o svolgono attività commerciali e lavorative nei popolosi quartieri e nelle aree periferiche interessati dal disservizio, accompagnando la scelta a una massiccia campagna di allerta finalizzata a informare tempestivamente l'utenza. Anche in costanza di divieto, l'acqua immessa in rete può essere impiegata per tutti gli utilizzi esterni che non comportano ingestione. Nessun problema invece per il quadrante che gravita sulla zona alta della città, né per le aree orientali del capoluogo, serviti in via esclusiva dalla risorsa idrica proveniente dal Molise.
Comprensibile imbarazzo ma soprattutto incredulità ai piani alti dell'azienda che eroga il servizio idrico in città: «La comunicazione trasmessaci dall'Azienda sanitaria locale in relazione al superamento del valore soglia per l'uso potabile ci ha fatto assumere con immediatezza i provvedimenti cautelativi del caso - dichiara l'amministratore delegato di Gesesa Salvatore Rubbo - Fin da domani mattina (questa mattina, ndr) effettueremo una batteria di nuovi campionamenti per verificare la situazione. Va detto che tutti i prelievi svolti in autocontrollo da molti mesi a questa parte, così come quelli effettuati dagli organi competenti, avevano rilevato valori di contaminazione da tetracloroetilene e altri inquinanti assolutamente e ampiamente al di sotto dei limiti. Nulla dunque che potesse far presagire neanche lontanamente un tale innalzamento che va dunque ricontrollato e indagato. Gli esiti dei campionamenti di domani (oggi, ndr) si conosceranno presumibilmente sabato. Chiaramente - ricorda Rubbo - l'utilizzo potabile resterà vietato fino a diversa comunicazione degli organismi competenti».
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