Aveva aggredito più volte la fidanzata e l'aveva anche costretta a continuare ad avere rapporti sessuali con lui e a non far ritorno in famiglia. Ieri pomeriggio il...
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Prima del verdetto il pubblico ministero Marilia Capitanio ha chiesto la condanna dell'uomo ad otto anni. Una condanna esemplare è stata anche richiesta dal difensore di parte civile, l'avvocato Roberta Succi del foro di Milano, che ha seguito il caso sin dalle prime battute e che assiste la donna. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Vincenzo Sguera, invece, ha chiesto l'assoluzione portando avanti una diversa ricostruzione dell'accaduto e rifacendosi anche alle dichiarazioni rese più volte dall'imputato, tuttora detenuto e che comunque era presente in aula avendo assistito alle varie fasi del processo.
La vicenda risale allo scorso anno quando la Procura della Repubblica dopo indagini della Squadra Mobile ritenne che ai danni della giovane vi era stata una costrizione non solo psicologica ma anche condita da minacce. La giovane era riuscita a ritornare a casa sua e, con l'aiuto dei genitori, aveva denunciato l'accaduto alla polizia. Da qui un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Maria Ilaria Romano, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Marilia Capitanio, nei confronti di Vonella, già noto alle forze dell'ordine. Il magistrato al momento dell'arresto gli aveva contestato i maltrattamenti in famiglia, il sequestro di persona, la violenza sessuale e lesioni personali, commessi nei confronti della giovane fidanzata.
La denuncia risale all'ottobre del 2017, quando la donna si era liberata dalla presenza di quello che, come denunciato in questura, si era trasformato da fidanzato al suo persecutore.
L'uomo, infatti, secondo la denuncia, aveva ripetutamente picchiato la ragazza costringendola, con gravi minacce, a subire atti sessuali e a rimanere nella sua abitazione al fine di non rendere palesi le conseguenze fisiche derivanti dalle ricorrenti percosse subite. L'indagato ha invece sostenuto di aver avuto molti litigi con la sua ex fidanzata ma di non averle mai usato violenza.
Ha poi riferito che nell'abitazione in cui viveva a Montefalcone erano presenti altri componenti della sua famiglia, che sicuramente sarebbero intervenuti in presenza di aggressioni. Negando che la giovane non aveva rapporti con altri e che viveva quasi sequestrata.
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Il Mattino