Napoli si arma sempre per difendere la propria originalità, anzi la propria unicità. Secondo gli apologeti della città-mondo, nel pianeta non esisterebbe...
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Napoli è considerata unica perché ci sono i napoletani. Sono poche le città al mondo che possono identificarsi quasi completamente con i propri abitanti. In Italia, restando nell'ambito della grandi realtà metropolitane, Roma. Milano, Torino sono città di recente crescita urbana e demografica, recente rispetto a Napoli.
Napoli, invece, è stata metropoli da secoli, soprattutto per densità demografica. Roma, Milano e Torino sono cresciute nell'ultimo secolo e mezzo sotto la spinta dell'immigrazione da altre aree della penisola. Roma in quanto capitale e sede di potere e ministeri, Milano e Torino per la presenza dell'industria. Napoli no, Napoli è scoppiata demograficamente agli inizi del XVI secolo, quando è diventata capitale del Viceregno spagnolo, cinquecento anni fa. E, fino all'inizio del Novecento, è rimasta la città più popolosa d'Italia.
Per scendere nei dettagli sarebbe necessario un trattato storico-economico. Ma semplificando, va detto che grandi masse contadine che vivevano nelle province del Sud si trasferirono nella capitale perché, schiacciati dalle gabelle feudali, preferirono andare a vivere di elemosime nella città di palazzi, chiese e conventi, piuttosto che uccidersi di fatica e fare la fame per arricchire i nobili che si erano trasferiti pure loro a Napoli, per stare più vicini al viceré, corteggiandolo e osteggiandolo.
Insomma, la stragrande maggioranza dei napoletani può vantare antenati indigeni (della città o della stretta provincia) da tantissime generazioni. In altre città, si arriva, sì e no, al nonno e gli indigeni storici sono molto rari. L'analisi è approssimativa? Probabile, ma una delle scorciatoie per tirar fuori il nocciolo della unicità napoletana è anche questa.
Un'altra scorciatoia è nei contrasti che Napoli mostra ed esalta ogni giorno. Ma non sono contrasti inerti. Il bene e il male non sono rappresentazioni allestite su palcoscenici lontani. Per niente. Il bene e il male si scontrano e nello scontro crescono insieme, in una forma di vitalismo spettacolare che rende tutto unico ed esaltante. Un fuoco d'artificio che nessuno vuole perdersi. Ma che spesso è solo rumore, purtroppo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino