Homo videns, ma non troppo. L'emergenza coronavirus danneggia anche la vista: con le misure adottate per ridurre il rischio di contagio, il nuovo stile di vita ha portato a un...
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L'allarme è stato lanciato su Graefe's archive for clinical and experimental ophthmology. In questi termini: «L'incidenza della miopia è aumentata e la progressione più forte nell'età pediatrica», afferma Giuseppe Giannaccare, professore associato dell'Università Magna Grecia di Catanzaro, autore della lettera all'editore firmata assieme ai colleghi Marco Pellegrini, Federico Bernabei e Vincenzo Scorcia. Il docente aggiunge: «I problemi si manifestano soprattutto tra gli 8 e i 13 anni, ma l'età sembra destinata ad abbassarsi ulteriormente». Colpa pure dell'isolamento domiciliare: «È dimostrato che il tempo trascorso all'aria aperta protegge gli occhi». Il consiglio che l'esperto dà ai genitori è far uscire i bimbi per tre ore al giorno, meglio nella tarda mattinata e il primo pomeriggio.
«A casa i piccoli davanti a tablet o smartphone dovrebbero fare una pausa ogni 20 minuti», o almeno cinque minuti ogni ora. Così i ragazzi, che «oggi accusano molti più disturbi, dal semplice bruciore all'arrossamento fino a una sensazione di pesantezza delle palpebre al mal di testa: problemi latenti esplodono proprio per effetto delle abitudini diverse», interviene Francesco Napolitano, direttore dell'oculistica ai Pellegrini, ospedale che ha l'unico pronto soccorso specializzato a Napoli, aperto 12 ore al giorno (e, nella notte, la reperibilità per le urgenze), e con punte di 150 richieste di prestazioni nel weekend, più complesse da gestire con le disposizioni anti-assembramenti.
«Anche gli adulti con lo smart working hanno un senso di spossatezza e affaticamento crescenti», avverte il primario. Staccare aiuta la messa a fuoco di distanze diverse, e gli esercizi sono decisivi soprattutto se c'è già familiarità con la miopia che può portare a sviluppare con maggiore frequenza il glaucoma, la maculopatia e il distacco di retina, tra le principali cause di un calo della vista permanente. «La miopia da sforzo, di accomodamento, anche detta da stanchezza o indice di refrazione in genere non ha complicanze particolari, ma chi porta già gli occhiali e resta tante ora al computer deve prestare una particolare attenzione per evitare un aggravamento», spiega Vincenzo De Angelis, dirigente medico e responsabile del Centro maculopatie del Cardarelli. Le misure di prevenzione, dunque, sono decisive: ai tempi del Covid-19, e non solo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino