Costiera amalfitana e turismo, compie 160 anni la Vietri-Amalfi realizzata dai Borbone

Costiera amalfitana e turismo, compie 160 anni la Vietri-Amalfi realizzata dai Borbone
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Tempo d'estate (anche se quest'anno sembra non arrivare mai), tempo di vacanze e turisti. In Campania, ci giochiamo soprattutto le nostre bellezze marine, i luoghi storico-ambientali frequentati anche da stranieri: le isole del Golfo, un po' di Cilento, la costiera sorrentino-amalfitana. Già, la costiera. Località uniche al mondo, insediate da pericoli di frane, che rendono necessari interventi e lavori continui per tenere aperto il collegamento stradale indispensabile alle rotte turistiche. Un collegamento via terra da Vietri ad Amalfi, che compie 160 anni. E' dal 1854 che è possibile percorrere una strada che, attraverso tragitti tortuosi e incastrati nella costa, arriva fino alla cittadina che fu Repubblica marinara. Amalfi, da Vietri attraverso capo d'Orso e Maiori: l'apertura della strada avvenne in maniera solenne il 12 gennaio 1854. Erano gli anni del regno di Ferdinando II di Borbone. Scrisse l'avvocato Francesco Durelli cinque anni dopo, ricordando la "solenne inaugurazione": "Fu giorno di letizia e di commozione, perché le 62 cartiere sparse ne' punti della Costiera meglio sosterranno la loro gara; ed il mercato de' grani, altre volte tenuto in Salerno, verrà esercitato in quelle contrade stesse per le impareggiabili di paste lavorate". Un collegamento che aveva per obiettivo soprattutto agevolare le attività produttive della costiera, dunque. Insomma, diremmo oggi, un'infrastruttura necessaria a dare impulso alle imprese. Il progetto di collegamento fu ideato nel 1833, venne preferito il tracciato da capo d'Orso e fu prevista una spesa di 160mila ducati. I lavori iniziarono nel 1842, con difficoltà logistiche immaginabili a chi conosce quegli splendidi luoghi della natura. L'opera fu realizzata in undici anni. Così descrisse la strada sempre l'avvocato Durelli: "Segnata per inaccessi monti, la novella strada discorre a grande agio con una sviluppata sola come una biscia; e mentre in taluni punti quasi tocca il marem che non perde mai di vista, ed in altri si eleva dal sottostante Tirreno 600 e più palmo, procede come se fosse un colle quasi sempre piano". Ci fu, in passato, chi vide lontano. A noi, oggi, il compito di tenerci stretto un patrimonio indispensabile al nostro turismo. Con manutenzioni e interventi, che superino le ricorrenti miopie.
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Il Mattino