Cronorifugio

Cronorifugio
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Georgi Gospodinov sarebbe molto piaciuto a Jorge Luis Borges, per come gioca col tempo, la malinconia e i labirinti. Tutta la sua letteratura è fuga dalla realtà, recupero del perduto e grande conoscenza letteraria. In “Cronorifugio” (Voland, traduzione di Giuseppe Dell’Agata) con il suo  Gaustìn (personaggio calviniano) che vaga nel tempo e che fonda, a Zurigo, una clinica del passato per aiutare quelli che han perso la memoria e dove si riproduce un decennio del secolo scorso e questo crea un pozzo malinconico anche per chi è “sano”. In mezzo c’è la solita sinfonia dell’improbabile ma non impossibile, con viaggi e avventurissime, salti temporali, spaziali e grande abilità di tenuta della trama. Permettendoci di tornare allo stupore della letteratura. Gospodinov è un Rodari per grandi lettori. Il referendum sul passato è una finezza d’immaginazione, come l’apocalisse che vuole distruggere il tempo che fu, che poi è il tempo dove si può scavare, manomettere, reinventare. «La fine del romanzo è come la fine del mondo, è bene che si rimandi».

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Il Mattino